DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Tommaso Lorenzini per “Libero Quotidiano”
Lontano dalle moto non sa stare. E figuriamoci se Giacomo Agostini, 73 anni, 15 volte campione del mondo, mai nessuno come lui (Rossi è a 9 titoli), poteva perdersi il Motomondiale a Misano (oggi le libere, domani pole MotoGp dalle 14.05, domenica Gp in diretta su Sky e Cielo: 11Moto3, 12.20 Moto2, 14 MotoGp): «Sarò in Riviera per commentare la corsa per Cielo, certo, in pista era un’altra cosa, però anche in tv mi diverto, c’è da rimettere in riga Lucchinelli…».
E se ci fosse un Agostini in mezzo ai duellanti al titolo MotoGp, Rossi e Lorenzo?
«Che bello sarebbe... ».
Sono passati 40 anni esatti dal suo ultimo titolo, 38 dal suo ritiro con un messaggio nei giorni prima di Natale. Mai pensato di tornare a correre?
«Mai, anche se ho sofferto tanto, ma sarei tornato per dimostrare cosa? Che sono più vecchio e che vado meno di prima? Riprendere la continuità ad alti livelli è impossibile, è come lasciare il tuo grande amore per poi tornare a cercarlo: non ha senso. Nelle moto come negli altri sport».
Tutta questione di continuità?
«È fondamentale per un pilota perché sei sempre in sella e continui a migliorare con l’evoluzione che c’è nelle moto. Guardate Valentino e i due anni bui in Ducati: era come in “pausa”, si era messo in testa che era finita e invece ha capito che piano piano, con la fiducia e una moto che lo supportava, poteva tornare grande».
Certo che fra la sua epoca e oggi la differenza più lampante è la sicurezza in pista. «Senza dubbio. Ai miei tempi si sapeva chi partiva, ma non si sapeva chi arrivava. Per esempio, sotto l’acqua, dove cadi facilmente, bravo o meno bravo che tu sia, oggi uno ci prova sempre e raramente si fa male. Ai miei tempi l’equazione era spietata: “Cado? Muoio». Ho perso 240 amici al Tourist Trophy».
Gara dove si continua a morire...
«Sì purtroppo,anche se per fortuna di meno.Mi chiedono spesso se abbia ancora senso correre all’Isola di Man, ma poi vai lassù e vedi che c’è gentemalata per quelle gare...».
Oggi che motociclista è Agostini?
«Tranquillo, ma ogni tanto mi tocca ingarellarmi. È successo un mese fa sul tracciato di Cadwell Park, in Inghilterra, c’era gente che mi voleva umiliare: non era il caso. E sono partito. Poi mi sono detto “stupido, cosa fai alla tua età…».
Com’è finita?
«Eh beh, ho vinto io…».
Il titolo MotoGp, chi lo vince?
«Difficile dirlo, ma mi sbilancio su Rossi. Ha esperienza, le ultime gare con lo stress e la pressione di cadere e perdere tutto diventano terribili.Vale è uno che può superare questo scoglio meglio di altri».
Voto alla stagione di Rossi?
«Un 10, come a Lorenzo, che sul giro secco è più veloce, ma Rossi sa gestire meglio i gp, sa lottare anche nei corpo a corpo».
Ce lo vede fra una decina d’anni Lorenzo nei panni del Rossi attuale?
«Sarà dura, ce ne sono pochi come Valentino».
Neanche Marquez?
«Quest’anno è caduto molto,ma io lo ammiro, alla sua età è giusto provarci, se cominci a fare il ragioniere a 20 anni non vai lontano. Invece sta dando spettacolo e vedrete che maturerà e che fra quattro, cinque anni farà grandi risultati e con grande costanza».
Chi ha avuto problemi di continuità è stata anche la Ducati.
«Erano partiti molto bene, poi non sono riusciti a tenere il ritmo; secondo me però, più che per demerito loro, è stato grosso il passo avanti fatto da Yamaha e Honda».
A proposito, chi arriva primo domenica a Misano?
«Dipende dalla posizione di Lorenzo. Rossi a casa sua vuole vincere, ma se se ci sarà grande lotta con Marc, e Jorge è rimasto dietro, Vale potrebbe pure accontentarsi».
E il suo record di 123 vittorie? Rossi comincia ad essere davvero vicino, a quota 112.
«Se proprio devo essere battuto spero che sia per mano di uno grande come lui, mi spiacerebbe un po’ meno: certo, spero che se ce la fa mi inviti almeno alla festa… Ma la strada è ancora lunga».
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