DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Giulia Zonca per “la Stampa”
In dodici giorni 20 testimonianze, centinaia di chiamate e un' inchiesta aperta dalla federcalcio inglese con vent' anni di ritardo. L' indagine sulle molestie sessuali ai minori dentro ai campus di calcio è un pozzo che risucchia date, nomi e storie difficili da mettere insieme. La prima ad affiorare è stata la voce di Andy Woodward, 43 anni, ex giocatore dello Sheffield United che ha raccontato le violenze subite quando ne aveva 11 e stava al Crew Alexandria, terreno di caccia di uno scout, ora noto pedofilo che ieri è finito in ospedale in fin di vita.
Barry Bennell è stato prelevato da un' ambulanza malconcio, la polizia sospetta che abbia tentato di togliersi la vita dopo che lo scandalo è tornato a galla, ma può essere che le sue condizioni dipendano dal cancro alla lingua che gli è stato diagnosticato. O che qualcuno abbia cercato una giustizia alternativa.
Gli anni bui Bennell era uno scopritore di talenti o almeno questo è il ruolo che ha usato come copertura per un' intera vita. Ha lavorato con il Manchester City, il Leeds United e lo Stoke, dal 1978 al 1992, ed era uno dei nomi più considerati dal sistema fino a che, mentre collaborava con il Crewe Alexandra, è stato allontanato. Senza spiegazioni. Nel 1994 il primo arresto, in Florida, durante una tournée giovanile che coinvolgeva diverse squadre inglesi. È rimasto in carcere quattro anni, poi diventati nove alla fine del processo che già allora riportava agli atti «centinaia di ragazzi coinvolti».
Ma il calcio non si è scandalizzato. E men che meno mobilitato. Secondo le cronache locali, perché l' indagine ai tempi è rimasta in provincia, persino dopo la prima condanna, il coro di società e tecnici difendevano il cerca talenti. Nel maggio del 2015 nuove accuse per Bennell e un altro arresto, legato a un caso del 1990.
Le vittime sono rimaste anonime fino al 16 novembre, data in cui Woodward parla al Guardian. Altri calciatori seguono l' esempio e si moltiplicano le chiamate alla linea aperta dalla Nspcc, l' associazione che si occupa di abusi sui minori.
L' inchiesta si allarga ad altre squadre e ad altre persone.
Paul Stewart, 52 anni, ex nazionale e stella del Tottenham, rivela di essere una vittima e chiarisce che il pedofilo in questione non era Bennell che prima di finire in ospedale viveva sotto falso nome e negli ultimi giorni era stato trasferito a Nord di Londra, monitorato dalla polizia. Ma come era tristemente ovvio c' è più di un depravato in circolazione e le angosce del passato serviranno forse almeno ad evitarne altre perché secondo le associazioni gli allarmi sul tema sono aumentati dal 2001 e un bambino su 20 è a rischio molestie. In questi anni si è fatto poco e non certo solo in Inghilterra.
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