DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Luca Valdiserri per il Corriere della Sera
C'eravamo tanto amati? Volano gli stracci, con l' Oceano di mezzo, tra il presidente Pallotta e Monchi. Fine di un rapporto sbagliato, pagato dalla Roma e dai suoi tifosi.
Parte il d.s. da Siviglia, tornato all' amore mai dimenticato: «Sono andato via dalla Roma prima della scadenza del contratto perché ho capito che l' idea della proprietà era diversa dalla mia. Pallotta pensava che era meglio andare a destra, io a sinistra. Continuare così non era giusto».
Risponde Pallotta da Boston: «Sono sorpreso. Ho detto subito a Monchi che volevo allenatori, preparatori, staff medico, addetti allo scouting e organizzazione calcistica di primo livello. Gli ho consegnato le chiavi per dar vita a tutto questo, aveva il pieno controllo per acquistare i giocatori che preferiva.
Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato. A novembre, quando la stagione andava di male in peggio, chiesi a Monchi un piano B.
Non lo aveva. Quindi mi domando: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014».
La rescissione del contratto è dell' 8 marzo, una volta esonerato Di Francesco e ufficializzato Ranieri. Dieci giorni dopo, ecco la seconda puntata, con il fantasma di Franco Baldini, consigliere di Pallotta, sullo sfondo.
Pesanti i nuovi dettagli rilasciati dallo spagnolo a Retesport: «Pensate che abbia venduto Salah perché ero contento di farlo? L' ho ceduto per i problemi con il Financial Fair Play. La Roma, però, ha basi forti per andare avanti.
Fienga, Baldissoni, Calvo, Massara, Totti e Balzaretti sono professionisti capaci. Se tornassi indietro nel tempo, ri firmerei. Però avrei dovuto conoscere meglio il club».
Molti romanisti hanno detto, in messaggi al veleno rilasciati sui social, che Monchi avrebbe dovuto conoscere meglio anche il mercato, a partire dal flop di Pastore. La risposta del d.s.: «Pastore ha avuto una stagione piena di infortuni, ma sono convinto che possa ancora fare la differenza». Forse è l' unico.
La spiegazione che ha dato più fastidio ai tifosi e Pallotta è la seguente: «Me ne ero andato dal Siviglia per trovare motivazioni esterne: avevo bisogno d'aria. Ho scelto il progetto che mi aiutava a crescere e ora sono tornato indietro perché questa crescita posso reinvestirla qui. Ero un tifoso del Siviglia alla Roma, lavorando 24 ore su 24 per quel progetto. Ora posso essere un tifoso del Siviglia al Siviglia, lavorando 24 ore su 24 su questo progetto». La Roma come un ben pagato master all' estero, prima di tornare a casa. Lasciando una squadra da rifondare e quasi fuori dalla prossima Champions.
Alla fine del duello con Pallotta, la realtà è sconsolante: la vittoria dell' Inter nel derby di domenica avvicina il fallimento. Se la Roma resterà fuori dalle prime quattro saranno necessari 70 milioni di plusvalenze. E la bacheca, sotto la gestione Usa, è vuota.
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