DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Matteo Dalla Vite per gazzetta.it
Ma come, tutto qui? Eh sì, il Brasile per ora è tutto qui. Una magia e poi una mezza agonia. La prima impressione sulla Seleçao (ballano come farfalle, pungono come api e difendono come leoni) e quella che si liquefa lungo una partita che sembra non avere storia e che invece ce l’ha. Colpa, si fa per dire, di una zuccata in piena area di Steven Zuber, armadione offensivo dell’Hoffenheim che infila di testa quell’1-1 capace di lasciare stordita la Torcida e stupita (per la gioia) la saltellante rappresentanza svizzera.
Perché il Brasile del "joga bonito" è durato poco e ha avuto fiammate solo verso un finale di partita che non voleva credere vero: dal gol – un dipinto – di Coutinho in poi, giusto due occasioni vere della Seleçao e poi resistenza e contropiede della Svizzera. E questo Mondiale, che ha già visto lo stop dell’Argentina e il crollo della Germania, infila sul tabellone un’altra sorpresona.
DIPINTO DI COU — Petkovic mette la sua Svizzera col 4-2-3-1, Shaqiri resta largo a destra ma spesso rientra per creare un po’ di casino che a questo concreto Brasile non fa mai troppa paura, almeno inizialmente. Davanti, l’ex tecnico della Lazio infila ancora Seferovic, che proprio nella prima parte della gara butta un contropiede che poteva fruttare qualcosa di buono. Tite? Il Professore mette in campo la formazione annunciata, che si può leggere col 4-1-4-1 (Casemiro schermo di tutto), William Paulinho Coutinho e Neymar a supporto di Gabriel Jesus.
Il Quadrato magico appunto, in cui tutti tornano e mettono il piede: è questo il nuovo volto della Seleçao che cerca sostanza dentro un guscio di tecnica pazzesca. Neymar ha un look (ancora) nuovo e Behrami lo tampina e lo mena come se non ci fosse un domani: ma è proprio da un gioco di O’Ney che nasce il vantaggio del Brasile, perché la star del Psg in coabitazione con Marcelo manda in mezzo un pallone che la difesa svizzera spazza ma non abbastanza e da lì nasce il dipinto di Philippe Coutinho. Minuto 20, tiro a girare, palo interno, Brasile in vantaggio e per la Svizzera va registrato il contropiede (fallito) di cui sopra e un’azione al 3’ in cui, servito da Shaqiri, Dzemaili libero e in piena area riesce solo a colpire con la tibia. Alto.
ZUBER — Poi? Cambia tutto: la Svizzera rientra non sentendosi già spacciata davanti a cotanta qualità di piedi e il Brasile poco alla volta si infeltrisce e giochicchia come se il risultato fosse in cassaforte o se dovesse vincere per grazia ricevuta. Invece no. Perché al minuto 5 succede che il sogno degli europei diventa realtà: angolo di Shaqiri a destra, Miranda in mezzo all’area tarda a saltare, Zuber è abbastanza furbo da dargli una spintina che lo devitalizza, zuccata sotto la traversa e Alisson protesta assieme ai suoi perché è convinto che sia fallo. Invece l’arbitro decide che è uno a uno e per questo Brasile – nemmeno troppo in forma dal punto di vista fisico, Neymar compreso – c’è da ricominciare.
DELUDENTE — Così, Tite infila Fernandinho per l’ammonito (e acciaccato) Casemiro, poi mette Renato Augusto e infine Firmino per Gabriel Jesus. Ed è una ripresa in cui il Brasile, se possibile, si attorciglia ancora di più, arriva al tiro tre volte ma o interviene Sommer (su Renato Augusto) o la mira è sbilenca di poco. Petkovic, intanto, aveva infilato Zakharia per Behrami e anche Embolo per Seferovic: il finale è tutto del Brasile tranne un tiro sballato di Shaqiri. Ma ad essere "sballata", stasera, è stata la Seleçao. Deludente e nemmeno vincente.
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