moses itauma

MOSES ITAUMA È IL NUOVO TYSON? DOPO AVER MANDATO AL TAPPETO IN NEANCHE DUE MINUTI DILLIAN WHYTE, PARTE LA CACCIA AL TRONO DI USYK - A RYADH IL 20ENNE PESO MASSIMO BRITANNICO (DI ORIGINI SLOVACCHE PER PARTE DI MADRE E NIGERIANE DI PADRE) SI CONFERMA IL GRANDE ASTRO NASCENTE DEL RING. GIOCO DI GAMBE FLUIDISSIMO, COLPI DEVASTANTI SUL QUADRATO E UN RUOLINO DI MARCIA DEVASTANTE: 11 VITTORIE PER KO PRIMA DELLE DUE RIPRESE IN 13 MATCH. IL FUTURO APPARTIENE A LUI MA USYK, CAPACE DI ADATTARSI A OGNI TIPO DI MATCH, PUÒ SCONFIGGERLO… - VIDEO

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Paolo Marcacci per gazzetta.it

 

Chi la ferma più, un’ascesa come quella di Moses Itauma? È anche questione di aggettivi, a volte, affinché la descrizione della realtà, così come la vediamo, sia completamente rispondente al vero.

moses itauma

 

Dopo lo “sbrigativo” ko inflitto a Dillian Whyte sul quadrato della Kingdom Arena di Riad (Arabia Saudita), tutti hanno definito il peso massimo britannico potentissimo, devastante, letale in senso pugilistico, in ragione dell’ormai arcinota potenza che il ventenne di origini slovacche per parte di madre e nigeriane di padre, eroga con entrambe le braccia, anche se preferibilmente col mancino.

 

 

Sul busto e sul volto di Whyte son piovuti colpi da entrambi i lati, con abilità destrimane, nel riesaminare i fotogrammi di quella mezza ripresa. Però, tornando agli aggettivi di cui sopra, proprio la riproposizione di quelle immagini ci mostra un Itauma anche e forse soprattutto chirurgico, per come tiene lo sguardo fisso su Whyte, quasi senza battere ciglio, sempre scegliendo l’istante giusto per individuare il varco, con una lucidità glaciale al punto che sembra che i suoi ganci e i suoi diretti l’istante lo anticipino addirittura.

moses itauma

 

Di incontro in incontro, ora che siamo arrivati a tredici su tredici vinti, con undici ko tra la prima e la seconda ripresa, sembra sempre più ligio nel mettere in pratica il consiglio che Mike Tyson in persona gli aveva dispensato dopo la vittoria, rapidissima anche quella, contro Demsey McKean: imparare qualcosa da ogni match.

 

A prescindere dalla durata, aggiungiamo noi. Soprattutto se quei match, uno dopo l’altro, fanno parte di un tracciato preparato ad arte da un promoter come Frank Warren, per tutelare la crescita graduale e inarrestabile di uno che non è soltanto un demolitore (anche se quella è una delle sue caratteristiche principali): Itauma è anche uno che sfrutta il quadrato in tutta la sua estensione, in virtù del suo gioco di gambe eccellente, fluidissimo.

 

Sa essere “leggero” quando l’avversario tenta di andare a prenderlo, pesantissimo quando ad attaccare è lui, soprattutto dal momento in cui chiude all’angolo l’avversario. Senza girarci intorno, torniamo all’interrogativo con il quale abbiamo iniziato: chi lo potrà fermare?

 

moses itauma

Nelle righe precedenti c’è un convitato di pietra (inteso anche come longevità e autodisciplina), uno che anche se non lo abbiamo ancora nominato incarna l’approdo definitivo di Itauma alla verifica della propria grandezza: Oleksandr Usyk, ovviamente. 

 

(...)

 

È interessante innanzitutto il discorso sulle proporzioni, tra Itauma e Usyk: entrambi attorno al metro e novanta di statura, anche se Usyk vanta un paio di centimetri in più, più chilogrammi a vantaggio dell’inglese, circa otto. A Usyk manca la potenza devastante che ha in entrambe le mani Itauma; a quest’ultimo manca la visione “periferica” di Usyk, unitamente alla elasticità assoluta con la quale riesce a variare “l’angolo di tiro” delle sue serie, se abbiamo reso l’idea.

 

Molto interessante e per questo complicata circa la previsione dell’esito l’ipotesi di un match che dovesse protrarsi fino all’ultima ripresa: maestro assoluto Usyk nell’adattarsi a ogni tipo di match soprattutto dalla metà in poi, come sa bene Tyson Fury, in virtù di una intelligenza tattica sopraffina, di una soglia aerobica elevatissima, di un intuito sempre fulgido; l’anagrafe però nel caso del fenomeno ucraino recita 1987 come anno di nascita, mentre Itauma è un classe 2004. Gli anni hanno il loro peso, ancora oggi, in qualsiasi disciplina, figurarsi nella boxe, ma al tempo stesso la continua messa a punto di programmi d’allenamento sempre più meticolosi, personalizzati e specifici aiuta a relativizzare questo fattore.

 

Oleksandr Usyk

Con la premessa che definire Itauma semplicisticamente “il nuovo Tyson” aiuta i titoli ma non le analisi specifiche, perché a parte il fattore evidente della potenza il giovane inglese appare meno furente e più raffinato strategicamente rispetto ad “Iron Mike”, potremmo dire che, ragionando sul momento presente, punteremmo su Usyk, soprattutto presumendo che riuscirebbe ancora una volta ad attraversare il fuoco di fila avversario nelle prime riprese.

 

La previsione però ha una durata limitata nel tempo, perché “Padre Tempo”, Muhammad Ali docet, prima o poi acciuffa tutti. In sostanza: il futuro appartiene a Moses Itauma, ma Usyk può sconfiggerlo, a tutt’oggi, se i tempi li detta lo Sceicco.

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