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SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
“LA GENTE NON DÀ ALLA SQUADRA QUELLO CHE MERITA, IO NON POSSO CAMBIARE DZEKO CON LUKAKU...” - MOURINHO DIFENDE BOVE E ALCUNI GIOCATORI FISCHIATI DA UNA PARTE DELLO STADIO E NON PERDE OCCASIONE PER RIMARCARE I LIMITI DELLA ROSA: “A DESTRA NON ABBIAMO MAICON O CAFU. E SE IO SONO TIFOSO DELLA ROMA, UN RAGAZZO COME BOVE LO PORTEREI IN BRACCIO PERCHÉ DÀ TUTTO. I CALCIATORI SBAGLIANO PERCHÉ HANNO DEI LIMITI” – ZAZZARONI: “NON CONFRONTANDOSI DA SETTEMBRE CON MOU I FRIEDKIN GLI MANCANO DI RISPETTO”
Estratto dell’articolo di Jacopo Aliprandi per il Corriere dello Sport
«Avrò tanto da dire alla fine della stagione, adesso non è il momento di parlare». Parole non dette di un argomento però già trattato. José Mourinho sta aspettando il colloquio con i Friedkin per progettare il futuro, per capire se ci potranno essere i presupposti per continuare insieme
«I tifosi devono criticare me, non i giocatori. La gente non dà alla squadra quello che merita. I miei ragazzi meritano di più. A destra non abbiamo Maicon o Cafù. E se io sono tifoso della Roma, un ragazzo come Bove lo porterei in braccio perché è più tifoso di tutti e dà tutto. I calciatori sbagliano perché hanno dei limiti. Chiedo scusa a due colleghi, primo e secondo in classifica, Spalletti e Inzaghi: io non posso cambiare quattro giocatori come Dzeko-Lukaku, guardate i nostri limiti. I ragazzi danno tutto, io devo difenderli».
Nella difesa della squadra c’è l’insoddisfazione di una rosa non costruita per vincere. E per un futuro ancora incerto: «Qual è stato l'ultimo allenatore della Roma ad aver bisogno di tanti bambini come li sto utilizzando io? Quando la Roma ha vinto con un gigante come Capello c'erano Batistuta, Totti, Montella e Delvecchio. Negli ultimi anni Salah e Dzeko. Un giocatore in prestito è una difficoltà tremenda per me e per loro, hanno poca possibilità di crescere. Solbakken non è arrivato prima del ritiro in Portogallo, ma due giorni prima della prima partita. I ragazzi meritano rispetto, totale. Qualche volta per il mio stile di comunicazione apro le porte alle critiche».
«Contro il Bodø lo stadio vince da solo. Oggi è stato un altro tipo di soldout. Una palla persa e i fischi. (...) C'è una curva che appoggia, ci sono zone che io sento passive, c'è un'altra zona che sono i tifosi avversari che si sono spostati, di solito sono alla mia sinistra, ma invece davanti a me a destra c'è un gruppo di tifosi avversari. Mi scuso perché non è il mio lavoro, sono i tifosi che devono criticare a me, non lo faccio per me, ma per i miei calciatori».
LA ROMA DEGLI ALTRI
Estratto dell’articolo di Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
Dybala sotto flessori; Pellegrini in panchina insieme a Matic, entrambi per precauzione; Abraham con la febbre eppure in campo prima di essere fatto fuori - involontariamente - da Mancini; Smalling ammonito e solo virtualmente limitato. Lo stesso Mourinho influenzato; a completare la lista, il suo secondo Foti squalificato fino al primo marzo. E allora dentro alcuni survivor, i resti del mondo Roma, più l’esordiente dal primo minuto Solbakken, preso da Pinto (un merito) e non richiesto dal tecnico che s’era dato tutto il mese di gennaio per capire se tenerlo o prestarlo; Solbakken che, lo ricordo, per errore non è stato inserito nella lista Uefa e che Mou ha staccato dalla fascia per dargli una nuova posizione, un ruolo sensibile.
I punti conquistati, strappati sempre con tanta sofferenza e il gioco che la squadra può permettersi, ma con un impegno commovente da parte di Bove ed El Shaarawy, Mancini e Belotti, Cristante e Ibañez e Spinazzola, sono 44 e premiano soprattutto la professionalità e le conoscenze tattiche di Mourinho.
Io non lo difendo a prescindere, come qualcuno sostiene. Il verbo è sbagliato: lui, il Migliore, non ha bisogno di essere difeso, ha sempre fatto tutto da solo e bene. Anzi, strabene. Difendo la verità dei fatti, provo a informarmi e molto spesso riesco, riusciamo a raccontare ai lettori quello che sta succedendo e potrebbe verificarsi. Quando scrivo che non confrontandosi da settembre con l’allenatore i Friedkin gli mancano di rispetto - e sottolineo “inconsapevolmente” - è perché è così: non sono fantasie. E se rimarco che il settlement agreement può indurre la Roma a vendere Abraham e Ibañez, i pezzi pregiati, e a rinunciare all’indispensabile (oggi) Smalling, altro stipendio alto, è perché è così: non sono altre fantasie.
(...)
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