NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Dagoreport
Per molti secoli la Mensa Isiaca, conservata al Museo egizio di Torino, si riteneva un originale egizio. Pietro Bembo la riscoprì nel 1527 e un’infinita schiera di eruditi, da Kircher a Montfaucon la fecero ridisegnare e provarono a interpretarne figure e geroglifici. Servì da palestra di molti artisti che si esercitarono a progettare in stile neoegizio, suscitò la più grande suggestione, anche presso Carlo Emanuele I di Savoia… ma era di epoca Romana del I secolo d.C!
Il clima che si respira nel nuovo museo egizio è simile: bisogna suscitare la curiosità, evocare il mistero con serata a tema magico, avvicinare i piccoli, attrarre… peccato che lì, in quel museo, la storia dell’Egitto ci sia davvero, peccato che Drovetti i pezzi li abbia fatti giungere davvero, altri ne siano custoditi e un museo con pezzi così dovrebbe attrarre da solo, non con effetti speciali, ed educare, non solo stupire (cosa che già fa l’arte dell’antico Egitto).
Ma la dea Iside del Museo, Evelina Christillin, così ha voluto. Si aggira tra i sarcofagi con le stesse movenze con le quali ci si aggira a un party o a un consiglio di amministrazione. Questo museo è a sua immagine, dopo essere stato ad immagine di Alain Elkann, e dopo essere stato depurato di scienza archeologica (la cosiddetta polvere) e indirizzato a diventare giocattolo – quasi videogioco, Piramids -. Preso a modello l’hotel Luxor di Las Vegas - del quale mancano le slot machine ma non gli effetti speciali - il nuovo egizio ha iniziato a prendere questa forma dopo averlo depauperato, anni fa, degli allievi di Donadoni (il nostro insigne e centenario egittologo).
AL BANO AL MUSEO EGIZIO DI TORINO
Via gli studiosi si inizia il rifacimento. Poi il concorso per il nuovo direttore: rispondono anche insigni egittologi ed egittologhe, ma farebbero ombra alla Iside della Mole. E poi siamo in pieno renzismo: cosa c’è di meglio di un giovane italiano “cervello in fuga” all’estero?
Così ricacciate nel sarcofago le egittologhe esce dal gianduiotto Christian Greco, bello e giovane egittologo, dal curriculum, tuttavia, non paragonabile certo a quello di insigni accademici! Erasmus, poi insegnamento a Leida (all’estero si insegna con contrattini ed è molto più facile accedervi che in Italia), qualche pubblicazione, ottima conoscenza delle lingue straniere, direttore di un piccolo museo. Poi arrivano a sostegno di Greco, afferma la Christillin “anche sette giovani”: e va bene gggiovani gggiovani… ma in un museo ci vuole conoscenza, esperienza, altro!
Così nessun Radames fa ombra alla Iside e i lavori vanno spediti. Si restaura in fretta e in tempo, ma per cosa? I privati vanno bene, ma non si deve tradire il fine educativo per fare i numeri, i visitatori, i contatti. I nostri vertici lo diranno, vero?
Eccome no! “Il lavoro fatto qui, credo sia il simbolo di molte cose che si devono e possono fare nel nostro Paese”, afferma il custode dei beni Franceschini; e in vece no, va bene il restauro ma non un indirizzo spettacolare. “Il Museo Egizio è un'eccellenza di carattere mondiale”, afferma il sindaco Fassino: eddaje co’ sta “eccellenza”; se è una eccellenza non trasformiamolo in un giocattolo! Per Chiamparino “il nuovo Museo è un contenitore di grande cultura”, come un sarcofago, insomma.
MUSEO EGIZIO DI TORINO - CHIAMPARINO CHRISTILLIN FASSINO
Va bene, ci arrendiamo. Se i commenti sono dei vertici sono questi, allora prendetevi quelli dei visitatori illustri. Arriva Al Bano (non è un mamelucco, ma Al fa molto orientale). Dice: “Un museo che ci fa scoprire le grandi e piccole cose del passato, che ci fa capire come eravamo e come siamo”.
MUSEO EGIZIO DI TORINO MUSEO EGIZIO DI TORINO
Ah! E poi… eccole le mummie del presente, del calcio: il presidente della Figc Tavecchio (gli ricordiamo che per secoli gli studiosi discussero sulla negritudine degli egizi) con il deus ex machina Lotito. Più che un faraone dei geroglifici, Lotito è l’imperatore del latinorum. “Amo da sempre la cultura egizia, da bambino compravo le dispense?sugli egizi, quelle che andavano rilegate insieme”, ricorda Tavecchio. Ok, tutto bene. C’erano una volta Belzoni, Drovetti, Champollion: chi erano costoro?
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