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RADJA ET NOIR: NAINGGOLAN GRAN CASINO’ – TRUFFATO IL CENTROCAMPISTA DELL’INTER: UNA BANDA HA RUBATO I CODICI DI ALCUNI SUOI LIBRETTI DEGLI ASSEGNI E PRELEVATO 150 MILA EURO DAI SUOI CONTI - LA DENUNCIA DELLA TRUFFA HA EVIDENZIATO LA PASSIONE DEL 'NINJA' PER IL GIOCO. MA LE PUNTATE AL TAVOLO VERDE SAREBBERO ANDATE MALE PER LE TASCHE DI RADJA. UNO DEGLI ASSEGNI CLONATI DOVEVA COPRIRE UNA PERDITA DI…

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Carlo Angioni per la Gazzetta dello Sport

 

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In campo con l’Inter, finora, Radja Nainggolan è stato piuttosto sfortunato e non ha reso come i tifosi nerazzurri si aspettavano l’estate scorsa. Fuori, a leggere le ultime cronache extra-sportive, il Ninja non è messo comunque bene ed è stato derubato da una banda specializzata nella clonazione dei libretti degli assegni.

 

Il centrocampista belga, entrato nell’ultima fase di rodaggio per la supersfida di Santo Stefano contro il Napoli a San Siro e titolare quasi certo sabato pomeriggio a Verona contro il Chievo ultimo in classifica, è stato vittima di una truffa che gli è costata un bel po’ di soldini. Nainggolan ha scoperto, infatti, che sono stati rubati i codici di alcuni suoi libretti degli assegni e attraverso questo “gioco” prelevati 150 mila euro dai suoi conti nella banca Mediolanum.

 

NAINGGOLAN SPALLETTI

GIOCO — La denuncia della truffa, avvenuta qualche settimana fa a Milano dopo la scoperta del buco, ha fatto però venire a galla una passione del Ninja, ovvero giocare cifre importanti al casinò. Nel mese di agosto, poco prima dell’inizio del campionato, Nainggolan sarebbe andato a giocare a Montecarlo e le puntate ai tavoli del casinò del Principato di Monaco sarebbero andate male, molto male per le sue tasche. Uno degli assegni clonati dai malviventi, infatti, doveva coprire proprio una perdita da 150 mila euro. Ma c’è di più: sembra, infatti, che le serate no di Nainggolan ai tavoli da gioco di Montecarlo siano state parecchie, con altri assegni a diversi zeri – ma questi per fortuna di Radja non clonati – firmati dal centrocampista nerazzurro per coprire le sue perdite corpose.

 

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L’indagine sulla truffa, che avrebbe coinvolto tante altre persone e sarebbe stata portata avanti da una banda di professionisti con base a Roma, è adesso nelle mani della procura di Velletri, visto che il primo assegno di Radja clonato è stato incassato proprio nel Lazio. Nelle mani dei magistrati ci sono anche le immagini riprese dagli istituti di credito dove sono stati effettuati i prelievi dalla banda.

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