DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Giulia Zonca per la Stampa
Messi si è ripreso il Barcellona. Niente più trio delle meraviglie o tika taka, o guardiolismo: solo lui, la sua faccia che ieri una tifosa adorante si è tatuata sulla natica, l' ultimo dei tanti tributi, persino estremi, al re di Barcellona che sembra davvero felice di non avere più altri nomi accanto al suo
Cinque gol in due partite di campionato, il suo miglior inizio dalla stagione 2013-2014 e un' improvvisa euforia mostrata sabato, dopo il derby vinto, con il «descubrimiento» dell' ennesimo tatuaggio: due labbra rosse marchiate sull' inguine. Mr cinque Palloni d' oro si sente pure sexy.
Deve ancora firmare il rinnovo. I dirigenti del Barcellona si dicono certi dell' intesa, lui, a differenza di Iniesta che semina dubbi sul futuro, non si esprime. Ma dallo spogliatoio, che mai si permetterebbe di turbare la sua privacy, fanno sapere che Leo non ha alcuna intenzione di andarsene. Se mai intende farsi desiderare, aggiungere clausole a un accordo di stra lusso.
Pare che non sia troppo dispiaciuto per la partenza di Neymar e che non avrebbe gradito l' arrivo di Dybala, del resto lui, la Joya e Icardi insieme non sono riusciti a segnare un solo gol al Venezuela, anche se quella è l' Argentina, una patria che Messi non riesce proprio a rappresentare mentre il Barça è casa. Ora più che mai.
Guida la squadra, è il leader indiscusso, non ci sono veterani o crac che tengano, certo nessuno è mai andato vicino alla sua fama, però i blaugrana hanno avuto diverse anime ed era da parecchio che il mondo non girava unicamente intorno al numero 10. Si gioca nel modo che preferisce, ogni palla finisce tra i suoi piedi, magari non sarà sempre così necessario, però adesso questa dipendenza lo soddisfa. Lo esalta.
Stato di grazia Ronaldo non è ancora entrato in azione e lui lo avvicina nella speciale classifica delle triplette spagnole, 38 a 42: ogni conteggio è un testa a testa e Messi iniziava a sentirsi un po' in ombra. Si è ripreso la scena e adesso aspetta la Juve, la squadra che ha eliminato il Barça nell' ultima Champions. Il torneo non riparte da zero, ci sono troppe scintille vive, incroci e corto circuiti.
Il Paris Saint Germain ha rubato un asso in casa di chi lo ha umiliato e Neymar azzarda, «giocare a fianco del mio mito è stato il massimo ma questa è una nuova fase della mia carriera». Inteso senza Messi vicino, oggi sono entrambi liberi di brillare di luce propria e la Juve è un avversario ambito per questo Leo in stato di grazia.
La corsa in Europa si è fermata lì e la stessa formazione che ha stracciato i suoi si è poi fatta battere dal Real Madrid, amplificando così la distanza tra i due club. Un altro carico di fastidio. In più Messi non ha mai segnato contro i bianconeri e neanche mai ha brillato, se si esclude l' esordio datato 2005, nella partita del trofeo Gamper dove tutto è iniziato. Era la Pulce, un fenomeno in divenire dal talento sicuro, era un ragazzino con i capelli lunghi, gigante in campo, titubante fuori. Oggi si scatena in mezzo a un Barcellona che lo adora ed esibisce labbra scarlatte.
Spera di mandare altri baci sopra nuovi gol.
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