DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Cosa è successo alla Roma? Da quando Mourinho è stato esonerato e sostituito con Daniele De Rossi, la squadra giallorossa vola: 6 vittorie su 7 partite in campionato e qualificazione agli ottavi in Europa League (giovedì l’andata contro il Brighton di De Zerbi).
I meriti sono tutti di “Ddr”, alla prima esperienza su una panchina di serie A, o i calciatori, messi con le spalle al muro dai Friedkin e liberati dall’ingombrante ego dello Special, hanno iniziato finalmente a giocare?
Si è molto ricamato sull’anello che sarebbe stato restituito a Pellegrini da Mou mentre scorrevano i titoli di coda sulla sua avventura giallorossa: “Mi hanno detto che hai parlato con il presidente e gli hai detto che era giusto mandarmi via e prendere De Rossi”. Replica puntuta del capitano giallorosso: “Mister, questo non è mai successo, mi deludi”. Questione chiusa.
Chi conosce bene le segrete stanze di Trigoria sa che Pellegrini era con Spinazzola, Smalling e Karsdorp tra i giocatori scontenti durante l’ultima fase della gestione Mourinho. Il capitano era fuori condizione, giocava poco e si era visto scavalcato nelle gerarchie anche da Bove. Con l’arrivo di De Rossi è cambiato tutto. Il centrocampista di Cinecittà, che nel frattempo ha riacquistato una buona tenuta atletica (60-70minuti), si sente di nuovo al centro e inanella prestazioni sontuose impreziosite da gol e assist.
Si è passati dal cesarismo carismatico di Mourinho, che per due anni e mezzo ha evidenziato i limiti di una rosa non alla sua altezza, alla leadership associativa di De Rossi che dà tutti i meriti al gruppo e arriva a esaltare perfino il terzino destro finito ai margini, Celik, per come è entrato in campo.
Il lavoro dell’ex Capitan Futuro è stato agevolato dal fatto di aver avuto finora un calendario favorevole (tranne la partita con l’Inter la Roma ha affrontato squadre in lotta per non retrocedere più Torino e Monza) e di aver potuto contare su settimane intere di lavoro senza gli impegni delle coppe europee che obbligano a giocare ogni tre giorni.
“Non abbiamo fatto niente”. De Rossi si è subito vestito da pompiere perché sa che il percorso per approdare in Champions è solo agli inizi. La Roma è quinta ma la classifica è corta e la corsa per il salotto buono dell’Europa è una tonnara.
Dopo il Brighton, la Roma sarà attesa dalla trasferta di Firenze. Un banco di prova durissimo per i giallorossi che con “DDR” in panchina hanno sempre segnato in campionato più di un gol a partita chiudendo con la porta inviolata però in sole due occasioni, con Cagliari e Frosinone.
La coperta resta corta. Mourinho sottolineava spesso come alla squadra mancasse “il motore”. Per questo lo Special, consapevole forse del fatto che i Friedkin non gli avrebbero rinnovato il contratto, puntava alla terza finale europea in tre anni. Peccato che la proprietà texana avesse posto come obiettivo la qualificazione Champions.
Su questo la comunione d’intenti con De Rossi è totale. L’ex capitano giallorosso ha mandato un avviso ai navigati: “Siamo quinti, ma il cammino è ancora lungo. Se ci sentissimo appagati dal periodo positivo commetteremmo un grande errore”.
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