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NON CI SONO PIÙ CERTEZZE: CROLLA ANCHE IL MITO DEI MUSEI INGLESI – IL GOVERNO LABURISTA DI KEIR STARMER, COSTRETTO A RASCHIARE IL FONDO DEL BARILE PER RACIMOLARE POUND, PENSA DI REINTRODURRE IL BIGLIETTO DI INGRESSO A PAGAMENTO NEI MUSEI PUBBLICI BRITANNICI – ANTONIO RIELLO: “IL SOVRANISMO CULTURALE DIVENTERÀ PRESTO DI MODA ANCHE NELLA ‘SCEPTRED ISLE’. NON SARÀ PIÙ, COME AI VECCHI TEMPI, UNA QUESTIONE DI DIFENDERE ‘L'UNIVERSALE MISSIONE CIVILIZZATRICE DELLA CULTURA BRITANNICA’. SI TRATTERÀ DI UN BANALE E PROSAICO CONTROLLO/SFRUTTAMENTO DELLE ‘RISORSE STRATEGICHE DELLA NAZIONE’”

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TO BE (GRATIS) OR NOT TO BE? THIS IS THE QUESTION

Antonio Riello per Dagospia

 

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Dal 2001 l'ingresso nei musei pubblici britannici è stato reso gratuito (salvo mostre speciali temporanee). Era l'epoca magica del Labour di Tony Blair e Gordon Brown.

 

Nel 2025, sempre un governo targato Labour, sta valutando di reintrodurre un biglietto di ingresso a pagamento (notizia ufficiosa per il momento).

 

Le finanze pubbliche soffrono come mai, e di soldi per la Cultura ce ne sono sempre di meno. Nuove inderogabili e pesanti spese militari si affacciano all'orizzonte ("burro o cannoni"? sono già stati scelti questi ultimi). Gli sponsor privati - anche per ragioni ideologiche legate agli eccessi della cultura Woke - scarseggiano.

 

Il progetto sta prendendo piede, anche rischiando l'ostilità dell'opinione pubblica (del resto quello di Starmer ormai è già un governo assai impopolare). Basta pensare che il ricavato annuale della vendita dei biglietti del solo Louvre a Parigi si aggira sui 100 Milioni di euro.

 

british museum

Le cifre di cui si discute nel Regno Unito sono dell'ordine di mezzo miliardo di sterline all'anno (considerando il costo medio di un biglietto tra le 15 e le 20 sterline). Una discreta sommetta anche per l'erario di Sua Maestà.

 

Ma lo scenario è più complicato e lo spettro della Brexit aleggia: derive autarchiche. Per tenersi buoni gli elettori qualcuno propone (e non è Farage o i suoi accoliti di Reform) di tenere l'entrata gratuita per i cittadini britannici e di fare pagare il biglietto solo i visitatori stranieri. Si pone automaticamente il problema di controllare i passaporto dei visitatori: ulteriori costi e code (e meno visitatori).

 

tate britain

Angela Rayner (la vice primer) come alternativa propone una "tassa di soggiorno comunale" per i turisti. Con l'idea di utilizzare questi soldi per finanziare i musei. Ma la lobby del settore turistico, già in difficoltà, si è ferocemente opposta. Inoltre è chiaro che nessun sindaco resisterebbe alla tentazione di utilizzare quei fondi per faccende più urgenti (trasporti e edilizia pubblica ad esempio). Ai musei andrebbe a finire di sicuro poco o niente. E' poca la fiducia nella vocazione culturale del Council di turno (l'equivalente del nostro consiglio comunale).

 

british museum assyrian dpt

Insomma è solo questione di tempo. "The Cultural Amusement" richiederà il suo obolo. In questo probabile scenario entra in gioco la questione della restituzione dei reperti museali ai paesi di provenienza. La politica britannica - ossessionata dal rimorso coloniale - vorrebbe in linea di principio restituire il maltolto contenuto dei musei del regno.

 

Il caso più eclatante: i Marmi del Partenone scolpiti da Fidia e alloggiati al British Museum  (tra l'altro una delle poche cose non estorte con la forza ma regolarmente comperate) sono oggetto di complesse trattative diplomatiche con la Grecia da molto tempo. Ma, onestamente, chi comprerà un salato biglietto per vedere una copia del fregio in resina sapendo che l'originale nel frattempo è trasmigrato ad Atene?

 

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Sì, è vero, al British Museum ci sono tante altre cose da vedere, ma cosa rimarrà per davvero dopo una massiccia campagna di restituzione? Mummie e sarcofagi all'Egitto, reperti assiri all'Iraq e via di seguito. Considerazioni analoghe valgono anche per diversi altri musei.

 

Comunque vada con l'ingresso a pagamento il sovranismo culturale diventerà presto di moda anche nella "Sceptred Isle". Non sarà più, come ai vecchi tempi, una questione di difendere "l'universale missione civilizzatrice della cultura britannica". Si tratterà di un banale e prosaico controllo/sfruttamento delle "risorse strategiche della nazione".

 

angela rayner

Testo 100% NAI (Not Artificial Intelligence)

akriellonatural history museum 01

 

 

 

 

fregio partenone bm 01national gallerynatural history museum 03fregio partenone british museum 03