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“LA MORTE DI MARIO PINEIDA MI HA SEGNATO PROFONDAMENTE E NON VOGLIO PIÙ SAPERE NIENTE DI CALCIO" - L'EX LAZIALE FELIPE CAICEDO, SCOSSO DALL'OMICIDIO DEL SUO COMPAGNO DI SQUADRA AL BARCELONA GUAYAQUIL IN ECUADOR, VUOLE RITIRARSI E SCAPPARE DAL PAESE SUDAMERICANO: “NON RESTERÒ QUI” – L’ECUADOR E’ DIVENTATO UNO DEI PAESI PIU’ PERICOLOSI DEL MONDO A CAUSA DELLA CRIMINALITÀ LEGATA SOPRATTUTTO AL TRAFFICO DI DROGA...

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felipe caicedo 1

(ANSA)  "Molto probabilmente mi ritirerò. Non ho intenzione di continuare. La morte di Mario Pineida mi ha segnato profondamente e non voglio più sapere niente di calcio". Lo scrive sui social l'ex laziale Felipe Caicedo, scosso dall'omicidio di un suo compagno di squadra al Barcelona Guayaquil, Mario Pineida. Il 33enne è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco in strada e insieme con lui è morta anche la moglie mentre la madre è rimasta ferita.

 

    "Non resterò al Barcellona. Sono un uomo che vive momenti; quando ho deciso di venire qui, l'ho fatto più con il cuore che con la testa. Se avessi pensato con la testa, probabilmente non sarei venuto", afferma ancora l'attaccante ecuadoriano, nato proprio nella metropoli ecuadoriana, che non è risparmiata dalla crescente violenza che sta insanguinando il Paese sudamericano, considerato ormai uno dei pià pericolosi del mondo a causa della criminalità legata soprattutto al traffico di droga.

 

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