DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Alessandra Bocci per gazzetta.it
Fra una polemica e l'altra, il c.t. dell'Argentina Sampaoli riporta tutto al mondo reale. Il suo mondo reale. "Basta con tutte queste voci, sono state riportate cose non vere. Quello che so è che l'Argentina ha tutte le qualità che servono per qualificarsi e lo farà. Quella con la Nigeria è la prima di cinque partite che ci porteranno alla finale".
GIOCA ARMANI — "E' stata una settimana molto difficile, ma non puoi sentirti un criminale soltanto perché perdi una partita. L'essenziale è ripartire. La Nigeria è una squadra a due facce, quando gioca libera dalle pressioni fa buone cose, ma sappiamo che possiamo batterla". Fanno notare al contestatissimo tecnico che Messi ha toccato soltanto 47 palloni contro la Croazia, meno del portiere.
"E' stato un errore, ma state pur certi che la prossima volta ne toccherà di più. Abbiamo l'energia che serve per andare avanti, ma l'Argentina deve giocare con il cuore". Con il cuore, con le gambe, con la testa: non sarà semplice tentare di mostrare tutto il proprio talento se la partita non si metterà subito bene. In campo dopo il disastroso risultato contro la Croazia andrà il terzo portiere Armani, che si dice tranquillo. "Mi sento un buon portiere e sono tranquillo".
IDEE MOLTO CHIARE — Accusato spesso di improvvisazione, questa volta Sampaoli pare avere le idee molto chiare. "Succede ovunque di essere criticati dopo una sconfitta, ovviamente in Argentina accade in maniera più pesante, per il nome e le qualità che abbiamo e per la passione che mettiamo nel calcio. Ma ripeto, la partita con la Nigeria è un punto di partenza che cancellerà tutto il resto. E' il momento di dimostrare il nostro livello, individuale e collettivo". Per amore dell'Argentina tutto cambierà, promette Sampaoli. In porta e in attacco, visto che con Messi dovrebbe giocare Higuain.
2. "SAREMO UNA SQUADRA DIVERSA"
Giulia Zonca per la Stampa
Quando l' Argentina arriva a San Pietroburgo si sente un solo coro: «Vamos a ganar».
Prima cercavano Messi ora la vittoria che in questi Mondiali non si è ancora vista e che oggi contro la Nigeria è necessaria, più dell' uomo che ha monopolizzato, che è stato ed è l' Argentina. Con quella mano in faccia sull' inno ha fatto tremare un intero popolo. Un popolo abituato a cercare rifugio nel calcio e ora completamente disorientato. Abbandonato.
Messi resta dio solo che non è quello a cui votarsi adesso. Il tifo, i numerosi hinchas al seguito, i critici, il ct Sampaoli o quel resta di lui e della sua autonomia dopo una settimana da incubo, sperano che Leo torni a essere speciale ma non vogliono appendersi al suo nome. Conta la squadra, un gruppo designato al ruolo di comprimario prima del via e ora rimesso al centro di un progetto confuso: state uniti se potete, tutto il resto è vanità.
A San Pietroburgo esordisce al Mondiale un portiere di 31 anni convocato all' ultimo minuto, Armani. Va in panchina Caballero, pasticcione con la Croazia, e «vanno in campo gli uomini di esperienza» ovvero Mascherano, Di Maria, Higuain. Dall' altra parte l' onda giovane di una nazionale che per cinque volte ha sbattuto contro l' Argentina ai Mondiali e ha sempre perso.
All' improvviso vedono uno spiraglio indicato dall' allenatore Rohr: «Loro sono in difficoltà, noi dobbiamo essere umili e concentrati per approfittarne. Non penso che potremmo decidere l' ultima partita di Messi in nazionale. Nel calcio non c' è pietà». Siamo alla pietà. Il sublime Messi, cinque Palloni d' oro e incalcolabili magie è visto come un animale ferito da braccare prima che si riprenda. Perché tutti sanno che può farlo e ruggire e segnare, ma adesso è vulnerabile.
Mascherano indica gli 11 Strano, come un confronto a senso unico sia diventato l' incrocio con la storia. La Nigeria non ha mai neanche immaginato di eliminare l' Argentina e ora si ritrova con la partita giusta per riuscirci e prova a disciplinare un gruppo di venticinquenni da schierare contro uno di trentenni. Vogliono metterla sul fisico, vogliono correre, annusano un' impresa 4 anni fa inimmaginabile. Il 25 giugno 2014, Messi ha segnato 2 gol contro la Nigeria, Musa ha risposto con altri due, i sudamericani ne sono usciti con un successo: 3-2. In Russia Messi non ha visto la porta, se non per un rigore sbagliato, Musa, che gioca in Russia, nel Cska, ha firmato una doppietta contro l' Islanda. Il gioco di rimandi è così inquietante che Sampaoli deve ancorare la nazionale al campo, prima che la testa ceda alla paura:
«Ho sentito di tutto sul mio conto. Nel mondo virtuale sono un delinquente, ma in quello reale sono il ct di un' Argentina che cambierà faccia». Di certo non porta la sua e nemmeno quella dello smarrito Messi. «Il mondo virtuale» diffonde la foto reale di Mascherano che indica gli uomini della formazione sul taccuino del tecnico. Per contrastare l' effetto commissariamento, la federazione ha diffuso altre immagini di faccia a faccia con il ct, una sessione di terapia replicata alla ricerca di coesione: «In questi momenti agitati è giusto parlarsi, ritrovarsi, capire dove ognuno può spingersi. Vedrete una squadra diversa». Quella che dovrebbe tornare in mano a Messi e che ora non ha padroni, solo dubbi.
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