DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Andrea Rossi e Chiara Baldi per www.lastampa.it
Nuovo colpo di scena: adesso è Milano che minaccia di sfilarsi dalle Olimpiadi delle Alpi 2026. Scottato da una estenuante trattativa in cui è stato costretto a fare non uno ma due passi indietro per volere del Coni e del governo - che ha imposto la candidatura delle Alpi in modo da non scontentare Cortina e soprattutto Torino, soddisfacendo sia Lega che Movimento 5 Stelle, ora è il sindaco di Milano Giuseppe Sala a minacciare di far saltare il banco.
«Per spirito di servizio al Paese, Milano conferma la sua disponibilità, ove richiesto, solo come venue di gare o eventi», ha scritto in una lettera al numero uno del Coni Giovanni Malagò, «in quanto, stante le attuali condizioni, non ritiene praticabile una sua partecipazione alla governance del 2026».
La rabbia di Milano deriva dalla scelta del Coni di non indicare una città capofila, ma tre sullo stesso piano così da non scontentare Torino e il Veneto, oggettivamente più deboli. Ma il sindaco milanese, unico esponente del Pd a governare una grande città, che è riuscito pochi giorni fa a ottenere sulla candidatura ufficiale di Milano il voto del Consiglio Comunale – con solo due astenuti, il Movimento Cinque Stelle – non ci sta a finire triturato nelle dinamiche del governo giallo-verde.
«Con rammarico constato che nella scelta della candidatura per i Giochi le ragioni della politica stanno prevalendo su quelle sportive e territoriali. E qualora la nostra posizione non sia ritenuta accettabile accoglieremo di buon grado le decisioni del Coni e, certamente, faremo il tifo per la candidatura italiana selezionata».
Nella serata di ieri la sindaca di Torino Chiara Appendino aveva incassato il sì della sua maggioranza – non senza difficoltà – per partecipare al tridente voluto dallo stesso Malagò che vorrebbe una candidatura italiana formata da Milano-Torino-Cortina.
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