DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Paolo Salom per www.corriere.it
Mentre in Cina è calato il silenzio sull’affare Milan, venerdì la Fininvest e la Ses (Sino-Europe Sports) di Yonghong Li dovrebbero ufficializzare l’accordo sulla proroga dei termini per il closing. In cambio di un’ulteriore caparra di cento milioni di euro (che porterebbe l’«anticipo» a 300 milioni) da versare entro il 10 marzo, le parti potranno chiudere il contratto in una data tra il 31 marzo e il 7 aprile.
Ma cosa è lecito attendersi? Perché se è vero che negli ultimi due mesi i media della Repubblica Popolare sembrano aver ignorato completamente la questione, spulciando gli archivi (recenti) in lingua cinese si possono scoprire inchieste dettagliate, in particolare sulla persona di Yonghong Li, un manager sconosciuto ai più (almeno fino all’offerta per acquistare il Milan) e tuttavia presente in alcune cronache non proprio edificanti.
HAN LI - BERLUSCONI - Yonghong Li
Il Shanghai Zhengquan, quotidiano finanziario fondato nel 1991 e di proprietà della Xinhua (Nuova Cina), agenzia di Stato e colosso dell’informazione, riporta — l’articolo è stato pubblicato il 23 novembre scorso — un profilo del «misterioso compratore del Milan». E il quadro che ne emerge è tutt’altro che rassicurante.
Stando al quotidiano, Yonghong Li alla fine degli anni Novanta è stato al centro di una colossale truffa ai danni di 18 mila risparmiatori che pensavano di investire nell’«economia del futuro» (agricoltura sostenibile) e invece hanno visto dissolversi tutti i loro soldi: un totale di 800 milioni di yuan (circa cento milioni di euro). La società coinvolta, la «Sanda zhuangyuan» aveva come amministratori Yonghong Li, il padre, Naizhi Li, e i fratelli, Hongqiang Li e Yongfei Li. Per la cronaca, i due fratelli di Yonghong sarebbero latitanti dal 2004 dopo una condanna al carcere per truffa.
Altre cronache (fonte Xinhua) riportano come una società legata sempre a Yonghong Li, la Long Gu International, abbia inscenato, nel maggio 2015 a Canton, la firma di un memorandum di intesa tra Thailandia e Cina per realizzare un canale artificiale del valore di 85 miliardi di dollari. Entrambi i governi hanno smentito ufficialmente dopo pochi giorni. Come si chiede alla fine del suo dettagliato pezzo il reporter dello Shanghai Zhengquan: «Ma che futuro può offrire al Milan un personaggio così?».
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