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Corriere.it - «Belle parole ma niente da farmi perdonare». Con un semplice tweet Luciano Moggi ringrazia e risponde ad Andrea Agnelli, presidente della Juventus, che ieri a Milano. E poi all’Ansa precisa: «Ringrazio Andrea Agnelli, ma di perdono non ne ho bisogno. Semmai un elogio per quello che ho fatto...». «C’erano venti squadre e si comportavano nella stessa maniera - aggiunge - ma solo la Juve ha pagato perché dava fastidio».
2. PADRE AGNELLI ASSOLVE LUCIANONE
Andrea Ramazzotti per il Corriere dello Sport
Forse sarà stato un anticipo di clima natalizio o forse una... conseguenza del rapporto che lo ha sempre legato a Luciano Moggi, ma ieri Andrea Agnelli ha teso la mano all’ex dg bianconero parlando addirittura di perdono: «Moggi rappresenta una parte bella e importante della nostra storia. Siamo il paese del cattolicesimo e del perdono. Possiamo anche perdonare la gente, no?» ha spiegato il presidente assestando poi un bel fendente all’Inter quando è stato sollecitato su calciopoli:
Luciano Moggi in primo piano, con Andrea Agnelli alle sue spalle
«Nel 2006 il problema è stato la parità di trattamento. In una cerchia di 20 società c’era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti, ma adesso il tifoso juventino pensa di essere stato l’unico a pagare perché gli altri hanno fatto le stesse cose. E chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca (riferimento all’Inter, ndr). Non ci si può dimenticare di tutto questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine, poi ci saranno altri gradi di giudizio, ma le carte dei tribunali danno l’idea di quello che è successo. Quanto tutto l’iter sarà concluso, prenderemo una decisione. Di certo, però, non ha senso parlare di prescrizione se nel frattempo emergono fatti nuovi».
A Thohir le parole di Agnelli non hanno fatto piacere, ma a differenza dell’ultimo affondo sul tema del dirigente bianconero, stavolta non ha risposto.
FIDUCIA A MAX. «Conte non voleva più rimanere - ha proseguito Agnelli - e un presidente in casi come questo deve lasciare andare via l’allenatore. Sono contento di come si è integrato Allegri e di come i giocatori lo stanno seguendo, con lui possiamo crescere ancora. Al passato non guardo più. La Champions? E’ il sogno di tutti, ma se il Real ha impiegato 12 anni per conquistare la “decima”, capite che un po’ di tempo sia necessario... Non dimentichiamo che ci sono 4 società, il Real, il Barcellona, il Bayern e lo United, economicamente irraggiungibili. La Juventus ha una delle più grandi tradizioni sportive internazionali e deve esercitare il ruolo di leadership nel Paese per tornare a competere in Europa. La nostra rosa sta tra le prime 8 in Europa».
and agnelli giraudo capello moggi lap
Poi sul mercato: «Lo scorso anno si diceva che Pogba e Vidal sarebbero andati via, invece sono ancora da noi e vogliamo costruire una squadra nella quale siano importanti anche in futuro. In più abbiamo pescato un talento come Coman... Il 7-0 al Parma? Mi sono divertito come la Germania contro il Brasile ai Mondiali. In fondo ci sono cose peggiori... Sono più belle partite come il 3-2 contro l’Olympiacos con quel rigore sbagliato al 93’ che può pesare per la nostra classifica».
DEL PIERO. Ricordato il legame della sua famiglia con la Juventus («Dura dal 1923») e confessati i suoi idoli («Montero in passato, Chiellini adesso»), è arrivato a Del Piero («Non so se tornerà alla Juventus. Può essere una faccia importante per il calcio italiano, non sono per la Juve») e non è sembrato impaurito dagli attacchi che la sua squadra subisce per qualche fischio arbitrale: «Le partite si vincono in campo e il campo dice sempre la verità. Quasi la metà dei tifosi italiani è juventina, il resto è contro: sono abituato agli attacchi. Il quarto scudetto di fila? Faccio gli scongiuri».
Duro anche con il presidente della Figc: «In estate mia moglie che è inglese mi ha chiesto come fosse possibile che dopo la sua frase razzista potesse essere eletto. Gli ho risposto che l’Italia ha un senso etico molto basso e questo tipo di scivoloni non destano molta sorpresa. Avrei preferito una soluzione diversa rispetto a Tavecchio. La Lega? Decide solo l’assemblea e lì non si parla mai dei temi importanti. Il razzismo? Va debellato, ma non confondiamolo con il campanilismo»
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