DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Guido D'Ubaldo per corrieredellosport.it
Edin Dzeko entra nella storia della Roma con il broncio. Mercoledì il centravanti ha segnato uno dei due gol che hanno permesso di battere il Verona. Non ha esultato e ha mostrato il suo malumore. Sa che rischia di finire sul mercato, sacrificato sull’altare del ridimensionamento per mettere a posto i conti.
Dopo aver fatto tanto per la società si sente scaricato. Dzeko è il capitano, la scorsa estate ha deciso di rinnovare il contratto per altri due anni, interrompendo l’estenuante trattativa con l’Inter. Aveva fatto programmi sul futuro, pensando di chiudere la carriera in maglia giallorossa.
Aveva sposato la causa di una società in difficoltà e in trasformazione, guidando da rappresentante sindacale l’accordo con il club per il taglio degli stipendi durante il lockdown.
La Roma è stata una delle prime società a trovare l’accordo. Lo stipendio di marzo fu regalato e con le rinunce dei giocatori il club ha potuto rendere meno pesante la cassa integrazione imposta agli oltre 250 dipendenti. Dzeko ha fatto tutto questo convinto di far parte di un progetto. Ma ora per la Roma quel contratto firmato ad agosto scorso è troppo oneroso.
I perché del broncio
Mercoledì sera nell’Olimpico vuoto Edin era scontento. Un po’ per alcuni palloni che non gli erano arrivati come avrebbe voluto, a un certo punto ha perso la pazienza anche con Pellegrini, che è suo amico vero.
Pur avendo manifestato più volte il suo attaccamento alla maglia, quando è arrivato nella Capitale c’era la prospettiva di lottare per lo scudetto, ora la Roma è destinata a restare per il secondo anno consecutivo fuori dalla Champions League. I dirigenti gli hanno fatto capire che potrebbero aver bisogno di fare a meno di lui, finora non gli hanno prospettato la spalmatura dell’ingaggio, ma se dovesse restare la strada forse potrebbe essere quella.
L’Inter dallo scorso anno non si è più mossa, ma è pronta per ridare l’assalto al centravanti bosniaco, vecchio pallino di Conte, che lo avrebbe voluto già al Chelsea. Anche la Juve potrebbe inserirlo in una plusvalenza con la Roma, per avere un cambio in più in attacco. Se la società giallorossa è costretta a scegliere la politica del ridimensionamento non ha senso tenere Dzeko con un ingaggio da 7,5 milioni a stagione fino al 2022.
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