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PELO E CONTROPELO A PELE’: “UN POETA? SI’, QUANDO TENEVA LA BOCCA CHIUSA” – IN CAMPO ERA “O REI”, FUORI “UNA BAMBOLA TELECOMANDATA DAI POTERI FORTI” (MARADONA DIXIT) - HA PRESTATO IL SUO NOME PER FARE PUBBLICITA’ AL VIAGRA E A UN CAFFE’ CHE BEVEVA PURE SADDAM HUSSEIN - AI TEMPI DEL REGIME MILITARE, AFFERMÒ CHE IN BRASILE NON ESISTEVA ALCUNA DITTATURA – LE DONNE COME CHIODO FISSO, I BOTTA E RISPOSTA FEROCI CON MARADONA E LA BATTUTA DI ROMARIO… - VIDEO

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Francesco Persili per Dagospia

pele' e falcao al gilda

“Quando Saddam Hussein fu catturato dall’esercito americano nel 2003 sembra che nel suo nascondiglio avesse con sé tre sole cose: una pistola, una valigia piena di dollari e un pacchetto di caffè Pelè”.

 

Qualcosa di più di una leggenda del calcio, un marchio internazionale, un’icona con lo spot intorno.

 

Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelé, l’atleta del secolo, il brasiliano più famoso del Novecento, ha sempre cercato di piacere a tutti, con quell’ego espanso da far vedere a qualcuno bravo davvero un bel po’: “Il resto del mondo mi tratta in maniera diversa rispetto alla mia patria. Negli Stati Uniti ci sono splendidi musei dedicati a Elvis e Martin Luther King, in Brasile non c’è nessuno dedicato a Pelè”.

gianni minà intervista pelè in luna di miele a riccione con la prima moglie Rosemeri Dos Reis Cholbi

 

Come Giulio Cesare e Napoleone, Edson Arantes do Nascimento ha portato in scena il suo mito ricorrendo di frequente alla terza persona per raccontarsi: “Tento sempre di separare Edson da Pelé: Edson è una persona normale, Pelé è eterno”

 

Così si legge anche nella sua autobiografia (Pelè) scritta a 65 anni e riproposta da Limina 3 anni dopo la scomparsa del campione.

 

 

Dai primi calci a un pallone fatto di stracci, ai 3 Mondiali vinti, dallo stacco imperioso a Mexico ’70 in finale contro l’Italia fino alla rovesciata in “Fuga per la Vittoria”, Pelè è diventato argomento di libri, documentari, film, polemiche fiammeggianti. 

 

pelè cover

Ai tempi del regime militare, affermò che in Brasile non esisteva alcuna dittatura, “e comunque “i brasiliani non sanno votare”.

 

A chi lo mise a confronto con Cassius Clay, che vide interrotta la sua carriera per le sue posizioni contro la guerra in Vietnam negli anni Sessanta, replicò  a muso duro: “ho fatto il servizio militare nel mio paese e ne sono fiero”.

 

Ai tempi della scuola fu vittima di razzismo quando il padre di una sua fidanzatina di cui era cotto mise fine alla storia con le seguenti parole: “Cosa ci fai con questo negrinho?”, poi è stato accusato lui stesso di pregiudizio per avere relazioni solo con donne bianche (e bionde) fino alla scrollata di spalle con cui ha liquidato il moltiplicarsi di episodi di razzismo negli stadi: “Se avessero dovuto sospendere le partite ogni volta che mi chiamavano scimmia, non ne avrei finita una”

 

 

falcao pele lino banfi

Un chiodo fisso: le donne. Dopo aver perso la verginità a 14 anni in un quartiere a luci rosse, ha avuto tre mogli, un figlio, che gli ha dato problemi tra droga e riciclaggio di denaro sporco, e una infinità di liaison con domestiche, attrici, modelle.

 

Un tifoso greco arrivò a offrirgli in sposa la figlia. Per meriti acquisiti sul campo ha fatto pubblicità anche al viagra (“Ma io non ne ho mai avuto bisogno”) diventando una macchina da soldi e una “bambola telecomandata in mano ai poteri forti”.

 

pele con la maglia del santos

Così lo definì Diego Maradona. A far detonare la loro rivalità ha contribuito il premio Fifa ex aequo col Pibe per il miglior giocatore del Ventesimo Secolo.

 

Diego aveva vinto il sondaggio popolare, l’intervento di Blatter che non poteva vedere l’argentino neanche in foto creò una soluzione pilatesca.

 

Senza vizi, né eccessi, attento all’immagine e allo stile, “O Rei” era l’opposto di Maradona demolito senza troppi giri di parole: “Un pessimo esempio per le nuove generazioni, ha un solo piede e il suo unico gol importante di testa è stato con la mano”.

 

Bang bang. Il botta e risposta per anni fu feroce. Diego lo fulminò: “Mi dice che mi devo riprendere ma lui andò a letto con un ragazzo, lo sapevate?”.

 

E poi in un crescendo di accuse: “Gli piace più il soldo che dormire, ha venduto l’anima alla Fifa. Lui il Beethoven del calcio? Quando mescola le medicine dice imbecillità”. O Rei, fedele al suo stile istituzionale, scrive nel libro: “Con Diego siamo stati amici, non nemici. Quando mi chiese di partecipare al suo programma tv, fui felice di accettare. La stampa ha voluto rimarcare le differenze specialmente in quegli eterni discorsi da bar su chi sia stato il calciatore più bravo di tutti i tempi…”. Zero a zero e palla al centro. Tocca dar ragione a Romario: “Pelé è un poeta? Sì, quando tiene la bocca chiusa”

 

 

 

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mario bertini pele