DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Paolo Condò per repubblica.it
Se fissiamo a 73 punti l'ideale fettuccia del quarto posto (negli ultimi dieci anni solo due volte ce ne sono voluti di più), il pari con l'Atalanta inchioda la Juve a dover replicare nel ritorno il girone d'andata del Napoli, se vuole rientrare in Champions: 50 punti, davvero un'impresa come l'ha definita il suo tecnico. A complicare il lavoro di Allegri non è soltanto la pesantezza della sentenza di venerdì, ma anche il dubbio che i filoni processuali ancora aperti possano portare nuove punizioni.
Questa dei verdetti a rate è una novità che sarebbe stato bene evitare, come sempre in passato nei grandi casi di cui si è occupata la giustizia calcistica.
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Il processo-plusvalenze definito la scorsa primavera e poi parzialmente riaperto, il secondo filone sullo stesso tema e la questione stipendi nascono tutti dall'inchiesta Prisma, la cui chiusura indagini (con richiesta di rinvio a giudizio) risale al 24 ottobre 2022.
Quello è il momento in cui sarebbe stato bene che il procuratore federale, riscosso dalla Procura di Torino il materiale acquisito, avesse aperto l'istruttoria sportiva portandola in aula la prossima estate. Il processo allestito in fretta e furia ad aprile, quando si disponeva soltanto del decreto di perquisizione (eppure si sapeva dell'esistenza di intercettazioni), ha soltanto pasticciato la situazione, giungendo alla conclusione che le plusvalenze "a specchio" non sono perseguibili salvo fare retromarcia dopo aver analizzato il materiale sequestrato. Le motivazioni della sentenza chiariranno perché soltanto la Juve ne è stata colpita - par di capire che a essere punita sia stata la slealtà del disegno generale, rivelata come sappiamo dalle intercettazioni del vecchio gruppo dirigente - lasciando però il dubbio se il provvedimento sia esaustivo per esempio del secondo filone plusvalenze, oppure no.
Quando scoppia uno scandalo di queste proporzioni, è illusorio pensare che le tifoserie colpite possano accettarne le conseguenze di buon grado. Ma proprio per questo motivo, e tenendo presente che gli inevitabili tecnicismi sono difficilmente comprensibili al grande pubblico, lo sforzo di chiarezza e di coerenza dovrebbe essere assoluto. La strada maestra sarebbe un processo sportivo istruito almeno dopo la sentenza penale di primo grado: siccome i tempi del calcio sono necessariamente più rapidi, un processo sportivo unico celebrato nell'estate 2023 sull'insieme dei filoni rivelati dall'inchiesta Prisma (e magari del materiale aggiunto nel frattempo da altre procure) sarebbe stato di gran lunga preferibile.
MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN
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