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PREMIATA DITTA “FOGNETTA’S” - IN DAVIS FOGNINI "IMITA" LA FIDANZATA PENNETTA, STENDE DA SOLO LA RUSSIA E SALVA L’ITALIA: “IL CT BARAZZUTTI CHIAMA, IO RISPONDO”

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Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”

 

Il fidanzato della campionessa è, ufficialmente, un vero leader. Nella lontana Irkutsk, Siberia, Fabio Fognini stende da solo la Russia (tre vittorie e cinque tie break sbranati in tre giorni) permettendo all’Italia di rimanere nel gruppo mondiale di Coppa Davis per il quinto anno consecutivo (dopo averlo riconquistato nel 2011) e regalando alla premiata ditta «Fognetta’s» un altro weekend trionfale. 
 

«Barazzutti chiama, io rispondo» dice l’impunito con quell’occhio spiritato che gli accende la nazionale, era volato in Siberia da New York via Mosca per riuscire a consegnare la sua dichiarazione d’amore a Flavia Pennetta sulla soglia della finale dell’Us Open contro Roberta Vinci e quel viaggio iniziatico e speciale deve averlo ispirato: i paragoni (Fabio/Flavia, maschi/femmine, Davis/Fed Cup) erano accucciati dietro l’angolo, pronti a mordere, e l’azzurro li ha spazzati via a colpi di traccianti di dritto, come solo lui sa fare nelle giornate di grazia. 
 

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Il punto con l’isterico e maleducato Rublev, venerdì, aveva pareggiato lo svarione di Bolelli con Gabashvili; il doppio di sabato, Fognini-Bolelli, non aveva tradito come in Australia, quando a sorpresa era arrivato un titolo Slam in coppia che aveva aperto inediti scenari. Ma è ieri, con l’ombra del baratro della serie B scivolosissima sotto le suole (a marzo, nel primo turno del World Group, l’Italia era stata battuta dal Kazakhstan 3-2 dopo aver condotto 2-1), che Fognini ha dato il meglio: concreto, stanco ma elettrico, Fabio ha inchiodato Gabashvili in tre set come una farfalla da collezione, impedendogli di trascinare il match al quarto. 
 

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«È stata una bella prova mentale — ha detto —, non ho giocato sempre benissimo però ho dimostrato di saper lottare per questa maglia anche in condizioni non ottimali. Evitare la retrocessione era importante. Questa vittoria la dedico a me stesso e al tennis italiano al maschile. Ci voleva». 
 

Serviva uno scatto d’orgoglio dopo il k.o. di Astana e le meraviglie create dal nostro gineceo a New York, dove due pugliesi d’esportazione, Flavia e Roberta, hanno plasmato un capolavoro di cui continueranno a parlare i figli dei figli dei nostri figli. Restare con le più forti squadre del mondo, sulla scia della meritata semifinale 2014, era una questione di forma e sostanza: «Non è mai facile superare la Russia in casa — esulta Barazzutti, c.t. di tutte le nazionali —, questi ragazzi sono fantastici perché con la maglia azzurra danno tutto. E poi abbiamo avuto un Fognini magico: grandissimo il primo giorno, ben affiancato nel doppio da Bolelli, decisivo alla fine». 
 

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Non è un’impresa che regala coppe (mercoledì si svolgerà il sorteggio per conoscere l’avversaria del primo turno 2016), ma in questi tempi di abbondanza — a New York Fognini aveva sconfitto Nadal per la terza volta nella stagione — val la pena di festeggiare. I Fognetta’s si ritrovano nel nido di Barcellona prima che la Pennetta riparta per un altro bagno di folla (Fazio su Raitre, Expo, le sfilate a Milano). Fabio o Flavia: comunque vada, sarà un successo. 
 

 

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