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"NON MI FIDO DI SCHWAZER. HA FATTO UNA COSA INACCETTABILE. MA MI FIDO DI DONATI CHE AVEVA ACCETTATO QUELLA SFIDA " - IL PRESIDENTE DEL CONI, GIOVANNI MALAGÒ, SULLA SQUALIFICA PER DOPING CHE HA INVESTITO IL MARCIATORE ITALIANO - "LA PREMESSA È CHE C’È UNA SENTENZA DI COLPEVOLEZZA. DOPODICHÉ CI SONO ALCUNI ASPETTI OGGETTIVI CHE ONESTAMENTE FANNO MOLTO RIFLETTERE. IL PRIMO È LA STRANEZZA, LA ATIPICITÀ, LA CURIOSA COINCIDENZA, DEL FATTO CHE…"

giovanni malago foto di bacco (3)

Da www.ilnapolista.it

 

Giovanni Malagò è intervenuto sul caso Schwazer e lo ha fatto sulle colonne della Gazzetta dello Sport. Il presidente del Coni, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, si è espresso sulla dubbia squalifica per doping che ha investito il marciatore italiano, oro olimpico a Pechino 2008.

 

SANDRO DONATI E SCHWAZER

«Io non sono nessuno per giudicare, in questo ruolo non mi ci sono mai messo nella mia vita, neanche con le mie figlie. Però sempre, nella mia esistenza, ho pensato di avere il diritto di esprimere un’opinione. Questo è un tratto del mio carattere, della mia personalità. Insomma, so essere molto diplomatico ma anche estremamente diretto.  La maggioranza delle persone fanno fatica a dire di Schwazer: è sicuramente innocente o è sicuramente colpevole. Questo la stragrandissima maggioranza».

 

ALEX SCHWAZER E SANDRO DONATI

Una duplicità di approccio gli permette, secondo Malagò, di valutare con più attenzione gli elementi: «La premessa è che c’è una sentenza di colpevolezza. Dopodiché ci sono alcuni aspetti oggettivi che onestamente fanno molto riflettere. Il primo è la stranezza, la atipicità, la curiosa coincidenza, del fatto che subito dopo una certa presa di posizione di Alex si è deciso di fare un’azione che sarebbe avvenuta ben due settimane dopo».

SCHWAZER DONATI

 

Il riferimento è alla decisione di Alex di testimoniare a Bolzano nel processo contro due dirigenti medici dell’atletica. Oltre al controllo antidoping del primo gennaio, un’altra stranezza colpisce il presidente del Coni:

 

«Uno sta in una domanda che mi faccio: perché non si prevede una terza provetta a garanzia dell’atleta che si custodisce in un luogo dove non c’è neanche il minimo rischio di un conflitto di interesse? Depositandola presso un laboratorio che non fa parte del nostro mondo ma che presenta le massime tutele per chi controlla e per chi è controllato».

giovanni malago foto di bacco (4)

 

E ancora:

«Per quale motivo ti riduci a giudicarlo a poche ore da quella che era la sua competizione, e lo porti come se fosse un reietto a Rio de Janeiro? Tu trova il modo di farlo almeno la settimana prima, così eviti questa umiliazione e questa mortificazione, non solo all’atleta ma alla dignità della persona. Questi elementi mi fanno pensare che a prescindere dalla sua colpevolezza, lui sia entrato nel raggio di azione di qualcuno».

SCHWAZER DONATI

 

Malagò ci tiene a chiarire un aspetto:

«Io di Sandro Donati mi fido ciecamente. È vero che nella mia vita ho messo le mani per alcune persone per le quali me le sarei bruciate. Mi fido di Schwazer? Dico di no, lui ha peccato facendo una cosa che nello sport per me è inaccettabile. Ma mi fido al 100% di Donati che aveva accettato quella sfida con tutti i presupposti di credibilità e di pulizia».

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