DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
VIDEO - IL PROMO DEL GIRO D'ITALIA CHE SMERDA IL MOTOCICLISMO
Roberto Pontiroli Gobbi per Dagospia
Di pessimo gusto, stupido, inopportuno, idiota, fuori luogo, insensato. La parola più appropriata sceglietela pure voi: avete solo l’imbarazzo della scelta; il vocabolario della lingua italiana offre un’ampia scelta di aggettivi. Lo spot sul 99° Giro d’Italia in cui si esalta il ciclismo infangando il motociclismo è vero un autogol.
LA RAI PRESENTA LO SPOT DEL GIRO D ITALIA CHE FA ARRABBIARE I MOTOCICLISTI
Peraltro fatto con paragoni assurdi e privi di alcun senso. Insomma, per usare il linguaggio dell’Accademia della Crusca, mamma Rai stavolta l’ha fatta davvero fuori dal vaso. Vedetelo, ma soprattutto ascoltate l’audio farcito di idiozie e ve ne renderete conto voi stessi. Indipendentemente se siete appassionati dell’uno o dell’altro sport, di entrambi, oppure di nessuno dei due. Statene certi: rimarrete di sasso. Di bello in quello spot ci sono solo le immagini, il resto è un trionfo della stupidità.
Qualche esempio? «Alla partenza - si sente nell’audio - non vedrete mai bellissime donne con l’ombrello perché a loro il sole piace prenderlo in faccia...». E ancora: «I ciclisti non indossano tute protettive perché le ferite sono medaglie...». Già, viene da dire, provate a cadere da una moto a 200 all’ora in calzoncini corti...
lo spot del giro d italia by rai sport 3
Poi: «Quando piove le gare non vengono mai interrotte, perché il loro sudore bagna molto più della pioggia...». Un catalogo di considerazioni assurde e insensate. Oltre che un’incredibile contrapposizione tra due grandi sport fatta con estrema superficialità e incompetenza. Insomma: una caduta di stile da incorniciare questa targata Rai.
E il primo a prenderne le distanze è proprio Renato Di Rocco, il presidente della Federciclismo. Che dice: «Non ne sapevo nulla - rivela - l’ho visto solo quando è andato in onda. E’ un messaggio sbagliato. Abbiamo subito protestato e chiesto che venga ritirato. E non è piaciuto affatto anche alla RCS, di cui fa parte la Gazzetta dello Sport che è l’organizzatore storico del Giro. Oltretutto per far svolgere le gare la presenza dei motociclisti è indispensabile. Decisamente inopportuno quindi mettere contro bici e moto».
Va giù duro anche Gabriele De Bari, l’inviato del Messaggero che segue il Giro d’Italia da trent’anni. «Un cattivo gusto mai visto - esordisce - proprio non riesco a capire come si possa promuovere uno sport criticandone un altro. Oltretutto il motociclismo ha un certo Valentino Rossi che è una bandiera nazionale, senza contare che il Giro è seguito da migliaia di appassionati di motociclismo. Oltretutto il ciclismo è un grande sport e non ha certo bisogno di infangare il motociclismo per rimanere grande».
lo spot del giro d italia by rai sport 2
Insomma è tempesta. E naturalmente anche il mondo della moto non ha preso a ridere questo attacco così ingiustificato e ingiustificabile. La parola a Paolo Sesti, presidente della Federazione Motociclistica Italiana.
«Sono rimasto negativamente colpito da quello spot non solo perché il ciclismo viene definito come il vero sport su due ruote, ma soprattutto per la metodologia della contrapposizione: l’esaltazione di una specialità sminuendo, con continui assurdi riferimenti, il valore di un’altra, è un’operazione superficiale e scorretta, forse realizzata da chi non conosce né il ciclismo, né il motociclismo. Due mondi preziosi e gloriosi per lo sport italiano che hanno, entrambi, scritto pagine epiche a livello internazionale. Una caduta di stile inaspettata, soprattutto dalla Rai».
lo spot del giro d italia by rai sport 1
Durissimo anche il commento di Genesio Bevilacqua, patron del team Althea, impegnato nel mondiale Superbike con le BMW ufficiali. «Un messaggio così - sostiene l’industraiale dell’Althea Ceramica - non l’ho mai visto in vita mia. Un messaggio indegno, anche per le vite umane che si sono sacrificate nel motociclismo. Hanno criticato l’abbigliamento e le protezioni dei piloti; le moto vanno a 300 all’ora, non a 50 come le biciclette. Mai visto tanta incompetenza tipica di chi di sport, di qualsiasi sport, proprio non ne sa nulla».
LO SPOT DEL GIRO D ITALIA CHE FA ARRABBIARE I MOTOCICLISTI
Morale: questo spot, che è e resterà una pietra miliare della stupidità, non andrà più in onda.
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