
DAGOREPORT – QUESTA VOLTA PAPA FRANCESCO HA RISCHIATO DAVVERO DI MORIRE, ED È STATO RIPRESO PER LO…
A cura di Luca D'Ammando per “il Foglio del lunedì”
«Perdere? Come morire. Quello che conta, a casa mia, sono le vittorie. Chi vince scrive e fa la storia, gli altri possono solo fare chiacchiere» (Antonio Conte, commissario tecnico della nazionale italiana) [1].
La 15esima edizione dei campionati di calcio europei si aprirà venerdì sera allo Stade de France di Saint-Denis, periferia di Parigi, quando scenderanno in campo Francia e Romania, e si chiuderà con la finale di domenica 10 luglio, sempre allo Stade de France [2].
Sono i primi europei a 24 squadre - in precedenza erano a 16. Vedremo quindi 51 partite. Secondo le stime Uefa, gli spettatori negli stadi saranno 2,5 milioni, di cui un milione e mezzo stranieri, quasi il doppio rispetto all' edizione del 2012 in Polonia e Ucraina [3].
Centocinquanta milioni: il numero medio di spettatori al mondo per ognuna delle 51 partite [2].
Le città ospitanti saranno nove, dieci se si conta anche Saint-Denis, comune della periferia di Parigi dove si trova lo Stade de France: Bordeaux, Lens, Lilla, Lione, Marsiglia, Nizza, Parigi, Saint-Denis, Saint Etienne e Tolosa [3].
Il pallone sarà fornito dall' Adidas e si chiama Beau Jeu (bel gioco) [2].
Gli ultimi Europei sono stati vinti dalla Spagna, che aveva conquistato il trofeo anche quattro anni prima. L' Italia ha vinto solo nel 1968 ed è stata sconfitta due volte in finale, nel 2000 per 2 a 1 dalla Francia e quattro anni fa per 4 a 0 dalla Spagna [4].
L'Italia è nel gruppo E con l' Irlanda, la Svezia di Zlatan Ibrahimovic e il Belgio. Proprio quest' ultima, allenata da Marc Wilmots, è considerata tra le favorite del torneo: ha un gruppo giovane e di talento - da Nainggolan ad Hazard, da De Bruyne a Lukaku - e ha impressionato nella fase di qualificazione. Il Belgio sarà la prima avversaria dell' Italia, lunedì il 13 giugno [5].
Sulla carta, questa nazionale italiana è una delle più scarse dal Dopoguerra a oggi.
Costretto dagli infortuni a fare a meno di Verratti, Marchisio e Montolivo, Conte ha preferito a centrocampo Sturaro a Jorginho, ha escluso a sorpresa Bonaventura - reduce da un infortunio ma protagonista di un ottimo campionato - e, in attacco, ha scartato Pavoletti, - che con la maglia del Genoa aveva registrato una media gol notevole - per far spazio a Eder e Insigne [6].
«Brutti, sporchi, cattivi e un po' vecchi. Perfetti per farsi largo all' Europeo, perché è difficile che nel calcio vincano i belli, i buoni e i giovanissimi. Questo gruppo di 23 è "vecchio" in senso anagrafico, si fa per dire, perché condivide con la Slovacchia il quarto posto nella classifica dell'età media tra le 24 partecipanti a Francia 2016: 28 anni e 10 mesi» (Sebastiano Vernazza) [7].
Quella attuale è la seconda Italia più vecchia che abbia mai partecipato alla fase finale di un Europeo, battuta solo dalla Nazionale del 2008, c.t. Donadoni, con 29 anni e 3 mesi. Gli azzurri campioni del mondo nel 2006 avevano un' età media di 28 anni e sette mesi [7].
Nel 2000 Lothar Matthäus aveva 39 anni e 91 giorni e giocò la sua ultima partita di un Europeo contro il Portogallo. Da allora Matthäus è il giocatore più anziano ad aver disputato la fase finale del torneo ma a giugno potrebbe essere superato dal portiere ungherese Gabor Kiraly, che ha compiuto 40 anni il primo di aprile. Il più giovane invece è l'olandese Jetro Willems, che aveva 18 anni e 71 giorni quando giocò contro la Danimarca nel 2012 [8].
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«In Francia voglio una macchina da guerra. Gente feroce che combatte, senza pause, che corre anche quando la gara è finita. Voglio che gli avversari provino fastidio solo all' idea di doverci affrontare» (Antonio Conte) [9].
Un'Italia con l'elmetto, hanno scritto in molti. Alessandro Bocci: «Senza talento, Conte punta a trovare "la Squadra", che dovrà essere duttile, solida, capace di trasformarsi anche all' interno della stessa partita, abile a leggere le varie situazioni tattiche e a capirle prima degli altri. L'arte di arrangiarsi, elevata alla massima potenza. Capacità di sacrificarsi in più ruoli. Quasi tutti ne sanno fare almeno due, qualcuno addirittura tre, come Darmian, Florenzi e Giaccherini. La dieci, maglia simbolo nella storia del calcio, anziché sulle spalle acerbe di Insigne o Bernardeschi, finisce su quelle più solide di Thiago Motta» [10].
Massimiliano Neirozzi: «Si parte, e si partirà, dal 3-5-2 fondato sul triumvirato bianconero, Barzagli, Bonucci, Chiellini, soprattutto contro il Belgio, nemico più forte e tecnico. Ma poi, con Svezia e Irlanda, gli azzurri potrebbero virare al 3-4-3, sostanzialmente per una ragione: abbiamo pochissimi gol nei piedi. E un po' di qualità sui residenti delle zone laterali: da Insigne a El Shaarawy, da Candreva a Bernardeschi» [6].
Mario Sconcerti: «Sarà una squadra da imprese eroiche perché non abbastanza alta per quelle tecniche. Ci aspetta un piccolo martirio in un torneo che può essere vinto anche senza vincere una partita. E questa è una cosa che sappiamo fare» [11].
Per i bookmakers la favorita è la Francia, seguita dalla Germania (entrambe quotate intorno ai 4,20). Più distanti seconde le quote Germania, Spagna e Inghilterra. La vittoria finale dell' Italia è data 1 a 15 [12].
Germania, Spagna, Belgio e Francia sembrano più pronte degli azzurri e con maggiore qualità, soprattutto a centrocampo e in attacco. Fabio Barcellona: «Ma dietro queste quattro squadre c' è un ampio spazio che il livello dei calciatori italiani e l' organizzazione tattica possono occupare. E con un po' di fortuna, non è detto che la differenza di valori nei novanta minuti non possa venire azzerata del tutto» [13].
La Francia ha un girone di qualificazione abbordabile, una stella assoluta come Paul Pogba e Antoine Griezmann in attacco reduce da una straordinaria stagione con l'Atletico Madrid (mentre Karim Benzema è restato a casa per ragioni extrasportive). Giocando in casa, è condannata a vincere [2].
L'Inghilterra di Roy Hodgson invece può puntare su un notevole poker d'attacco composto da Sterling, Vardy, Rooney e Kane (capocannoniere della Premier con 25 reti). Il problema è la difesa [2].
La Germania, campione del mondo in carica, ha tutto per vincere, con un gran centrocampo Kroos-Khedira, Ozil e Müller a dare qualità e un ritrovato Mario Gomez in attacco. Mancherà però l' esperienza di Lahm, Mertesacker e Klose [2].
La Spagna, reduce dalla delusione degli ultimi Mondiali, si presenta senza Diego Costa e punta forte su Alvaro Morata. In mezzo il solito tiqui-taca, con Iniesta, Fabregas, Silva e Koke. Sarà l' ultimo torneo in nazionale per Vicente Del Bosque, che ha deciso di andare in pensione [14].
1) Alessandro Bocci e Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
2) SPortweek
3) Alessandro Bianchi, l’Espresso
4) Andrea Schianchi, la Gazzetta dello Sport
5) Fa. Sal. Sportweek
6) Massimiliano Neirozzi, la Stampa
7) Sebastiano Vernazza, la Gazzetta dello Sport
8) Il Post
9) Sebastiano Vernazza, la Gazzetta dello Sport
10) Alessandro Bocci, Corriere della Sera
11) Mario Sconcerti, Corriere della Sera
12) Corriere della Sera
13) L’Ultimo uomo, la guida ufficiosa: Europei 2016, Baldini e Castoldi
14) Filippo Maria Ricci, Sportweek
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