DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Enrico Currò per “la Repubblica”
LEO MESSI E LA COPPA DEL MONDO
L'argentino più illustre, Papa Francesco, tifoso del San Lorenzo e del bel gioco, la partita non l'ha vista: nel suo appartamento non ha neanche il televisore. […] Questo è la coppa araba per l'Argentina: euforia calcistica inseguita per trentasei anni e ritrovata, mentre il Paese attraversa la sua peggiore fase economica dal default del 2001, con due famiglie su tre sotto la soglia di povertà, un'inflazione vicina al 100% su base annua, il fenomeno crescente della denutrizione infantile, lo scontro politico incandescente, il presidente Alberto Fernandez in affanno, la vicepresidente Cristina Kirchner appena condannata a 6 anni per frode, l'incognita delle elezioni del 2023 all'orizzonte.
Sul palco di Lusail, in assenza del presidente Fernandez, sembrava davvero un capo di Stato virtuale Lionel Messi, l'ex bambino di Rosario costretto a costose cure per evitare il nanismo, l'ex ragazzo che nell'agosto 2005 debuttò in Ungheria con la Selección nella maniera più traumatica possibile (quel giorno il terzino destro era Scaloni): un minuto e subito il cartellino rosso per fallo di reazione.
[…] Fernandez è rimasto a Buenos Aires ufficialmente per ragioni di cabala, ma in realtà perché non era il caso di dare il cattivo esempio col viaggio a Doha. Dopo la gara ha twittato «Grazie ai calciatori e ai tecnici. Sono l'esempio che non dobbiamo mai scoraggiarci. Abbiamo un grande popolo e un grande futuro». In serata ha poi ricevuto la telefonata di congratulazioni di Vladimir Putin.
[…] Di Maria, risarcito della finale persa otto anni fa per un altro infortunio. […] il filiforme Fideo, lo spaghetto, ha incarnato l'apologo della famiglia che tirava avanti lavorando nella miniera di carbone […] Ha incarnato le storie parallele del portiere Dibu Martinez, figlio di un pescatore e di una domestica di Mar del Plata, di Otamendi che da ragazzino prendeva ogni giorno tre autobus con la mamma per andarsi ad allenare, del terzino Montiel diventato eroe con l'ultimo rigore, come Grosso nel 2006. Perché tutto si può togliere, a un argentino, tranne l 'ilusión.
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