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RABBIA FERRARI - COLPO DI SCENA IN MESSICO: TOLTO IL PODIO A VETTEL, RICCIARDO AL TERZO POSTO - FURIA ARRIVABENE: "DECISIONE ASSURDA: QUELLO CHE CI SIAMO CONQUISTATI IN PISTA, C'È STATO TOLTO DALLA BUROCRAZIA" - IL VAFFA DI VETTEL AL DIRETTORE DI CORSA CHARLIE WHITING - IL SUCCESSO DI HAMILTON TIENE APERTI I GIOCHI PER IL MONDIALE

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Da “repubblica.it”

VETTEL VERSTAPPENVETTEL VERSTAPPEN

 

Colpo di scena in Messico. Dopo aver ascoltato i due piloti, Ricciardo e Vettel, e i responsabili delle scuderie Ferrari e Red Bull, i commissari di gara hanno deciso d'infliggere dieci secondi di penalità a Sebastian Vettel, facendo sì che il ferrarista retroceda dal terzo al quinto posto nella classifica finale, con Ricciardo portato terzo e Verstappen quarto. Il pilota tedesco è stato ritenuto colpevole nel duello ruota a ruota con Ricciardo, per aver cambiato direzione in frenata, cosa che dal gran premio di Austin di una settimana fa per volere della Fia non è più possibile.

 

Trattandosi di decisione sportiva, la sentenza non è appellabile. Continua pertanto la maledizione del podio per Vettel:  la Ferrari chiude questo gran premio del Messico con un quinto e un sesto posto, rimediato da Raikkonen, mentre la Red Bull, che dopo la gara aveva avanzato una protesta formale, festeggia il terzo posto di Ricciardo e il quarto di Verstappen.

ARRIVABENE VETTELARRIVABENE VETTEL

 

La Ferrari si mostra incredula e amareggiata per questa decisione, che contesta, anche se non può farlo a livello di reclamo. In effetti pare una punizione eccessiva e già si sprecano commenti dietrologici: poiché, in attesa di sapere se Verstappen sarebbe stato punito per aver ostacolato il suo sorpasso, Vettel via radio aveva chiaramente mandato a quel paese in inglese Charlie Whiting, il direttore di corsa, negli ultimi giri del gran premio, diversi pensano che questa decisione possa avere anche il valore di una ritorsione. Sarebbe naturalmente un fatto gravissimo e non è dimostrabile. Ma in qualcuno il sospetto aleggia.

 

 

Furioso. Andando via dall'autodromo, nella sera messicana, Maurizio Arrivabene è visibilmente arrabbiato per la decisione dei commissari di gara che hanno deciso, con una penalità di dieci secondi, di togliere il podio a Vettel, retrocedendolo dal terzo al quinto posto, a vantaggio dei due piloti Red Bull, Ricciardo, ora terzo, e il compagno di squadra Verstappen, quarto.

 

HAMILTON HAMILTON

Arrivabene non ci sta: "Quello che ci siamo conquistati in pista, c'è stato tolto dalla burocrazia. E' una decisione assurda". Il capo della squadra fa presente un'importante premessa: "Poiché è stata riconosciuta fuori dalle regole anche la manovra di Verstappen, quell'escursione sulla via di fuga che ha negato il sorpasso a Vettel e ha dato un vantaggio illegale all'olandese, bisogna innanzitutto precisare che la nostra macchina non si sarebbe trovata nelle condizioni di lottare con Ricciardo, se l'altra Red Bull avesse dato la posizione al nostro pilota e si fosse fatta da parte.

 

Per tre giri Vettel ha continuato ad avere Verstappen davanti e questo ha influito nel suo duello con Ricciardo. Detto questo, un'altra cosa che mi sembra fuori dal mondo è che a Vettel siano stati dati dieci secondi di penalità e a Verstappen solo cinque. Si accusa il nostro pilota di aver cambiato direzione in frenata, secondo noi non è vero. E' stato un duello duro, ma corretto, Vettel e la Ferrari non si meritavano una punizione simile".

 

Arrivabene non pronuncia questa definizione, ma qualcuno negli ambienti della rossa parla di vicenda ridicola. In più continua a fare effetto il fatto che, via radio, Vettel abbia mandato a quel paese l'arbitro supremo, il direttore di gara Charlie Whiting. Nessuno dentro ai box della Ferrari ha il coraggio di esporsi pubblicamente, ma il profumo della vendetta nei confronti del pilota tedesco appare molto forte. Tale però, credono in molti, se si ragiona in termini di pura legge sportiva, da meritare una multa, magari anche salata, per comportamento non riguardoso, ma non una punizione sportiva che va pesantemente ad intaccare la classifica finale del gp del Messico.

 

 

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