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Matteo De Santis per “la Stampa”
Avanti, nel treno dei desideri e delle meraviglie del Clasico, dopo 56 lunghi giorni da acciaccato, c' è posto anche per Messi.
Tanto di guadagnato per la sceneggiatura della puntata numero 231 della storia infinita tra Real Madrid e Barcellona, in scaletta alle 18,15 (tv su Fox Sports) sul palcoscenico del Bernabeu: senza Leo sarebbe stata soltanto bella senz' anima, così, con tutti gli attori protagonisti a disposizione dei registi in panchina Rafa Benitez e Luis Enrique, sarà da kolossal hollywoodiano.
C' è solo l' imbarazzo della scelta: Barça primo in classifica contro il Real secondo (a -3), il rientrante Messi contro il malpancista Ronaldo, il prodigioso Neymar degli ultimi tempi contro l' altrettanto portentoso Bale, il vampiro Suarez contro l' indagato Benzema (al di sotto di ogni sospetto di complicità nel ricatto a Valbuena per il video a luci rosse) e l' incontro ravvicinato tra l' indipendentista catalano Piqué e il pubblico madridista non certo sulla stessa lunghezza d' onda.
La prima nel 2005
«Messi? Le sensazioni sono così positive che è regolarmente a disposizione. Decideremo insieme, un' ora prima della partita, se partirà titolare o si accomoderà inizialmente in panchina. È normale che Leo non sia ancora al top della forma così come che io sia più tranquillo con lui in campo», si è sbilanciato Luis Enrique, svelando il segreto di Pulcinella blaugurana sulla presenza del fuoriclasse argentino.
Per la Pulce non sarà solo un semplice ritorno dopo quasi due mesi di inattività, souvenir della rottura del legamento collaterale del ginocchio sinistro rimediata lo scorso 26 settembre contro il Las Palmas, ma anche una speciale ripartenza che il destino, per uno strano gioco del calendario, farà quasi coincidere con la sua prima volta in un Real-Barça.
Dieci anni e due giorni fa, il 19 novembre 2005, gli almanacchi registrarono il debutto nel Clasico del 18enne Messi, in campo per 70' nel 3-0 che il Barça di Rijkaard, grazie a Eto' o e Ronaldinho, recapitò al Bernabeu al malcapitato Real.
Il primo di 30 episodi, di cui 27 consecutivi, vissuti da protagonista - che oggi diventeranno rispettivamente 31 e 28 - con 14 vittorie, 7 pareggi, 9 sconfitte e il record assoluto di 21 gol.
Numeri che spiegano da soli l' importanza di Messi nei destini del Clasico. Un' influenza non solo da pericolo pubblico numero uno per il Real, ma anche da talismano del Barça, visto che le uniche due assenze, nella sfida di ritorno della Liga 2005/06 e in quella d' andata del campionato 2007/08, sono coincise con zero vittorie (un pari e un ko).
Blaugrana a +3 sui rivali
Se non c' è Clasico senza Messi, non ci può essere neanche Messi senza Ronaldo. «Senza Cristiano, Leo non sarebbe stato così forte. Si motivano a vicenda e quando uno segna anche l' altro vuole emularlo», l' illustre parere sulla faccenda fornito dal Qatar da Xavi, al primo Real-Barça da esiliato (come Casillas al Porto). I record dell' uno tirano quelli dell' altro, ma anche gli stati d' animo.
Se Messi non ride per le rogne con il fisco spagnolo e la foto del fratello Matias con dei narcotrafficanti, Ronaldo lamenta degli attacchi di mal di pancia che sanno tanto di segnali di apertura al Psg. Meno male che arriva il Clasico a scacciare tutti i pensieri: Leo contro Cristiano, come sempre.
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