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Alessandra Retico per “la Repubblica”
L’Italia scalcagnata, molto innamorata. Le donne della pallavolo sanno spiegare bene la forza di stare insieme, tenersi per mano: persino la superpotenza si affloscia, anzi rimane incredula, davanti a tutta questa stramba maniera di ricostruire con poco le cose, anche dalle macerie, e inventare la bellezza e una squadra. Stati Uniti ko con un 3-0 che squassa i pronostici, il palazzetto, i cuori.
Nessuno l’avrebbe detto, neanche ct Marco Bonitta, che riceve al telefono i complimenti di Conte: «Conoscevo la forza morale del mio gruppo, non la qualità tecnica, ne sono sorpreso. Perché abbiamo vinto? Perché non abbiamo voluto far cadere nessun pallone a terra. E perché abbiamo immaginato di poter vincere, e quando immagini, può succedere». Undicimila cinquecento spettatori al Forum di Assago, immaginatevi il boato.
Per accogliere le maestre dello show il palazzetto fa l’americano: i fari a cono nel buio, musica pop volume che spacca il petto, i primi piani dei bambini sugli spalti e ovvio i pop corn. Per far un po’ l’Nba manca solo il concorso a premi e la lotteria (e posti decenti dove lavorare), ma all’Italia basta la fortuna di essere se stessa.
Scalcagnata forse, come ieri il premier Matteo Renzi ha detto delle palestre del paese andando a salutare le azzurre con la capitana Francesca Piccinini che gli ha regalato una maglietta e un pallone con le firme di tutte, poi insieme a farsi un selfie. Era un giorno rischioso, il più difficile, ma il presidente del Consiglio è abituato alle spine e allora dice: «Siamo orgogliosi delle ragazze del volley e dei loro risultati. Loro stanno coronando il sogno di decine di migliaia di ragazze tutti i giorni vanno in palestre scalcagnate a giocare. A tentare di dimostrare che la pallavolo può essere non soltanto uno sport ma un’esperienza di vita. Siamo la generazione cresciuta con Mila& Shiro. Purtroppo non lo consideriamo quanto dovremmo. La politica deve fare di più».
Intanto lo fa la gente, come spesso accade. Che è più avanti perché sente, il senso di questa nazionale: il cuore e le braccia delle sue donne, a cominciare dalle più anziane, con la napoletana Antonella Del Core, 34 anni, che mette giù 15 punti, Nadia Centoni più o meno coetanea 14 e così l’italo- argentina Carolina Costagrande (13), mentre Valentina Arrighetti risolve con delle rare delicate prodezze e chiude con uno score da 10, da metterle in pagella.
Manco il giocatore del secolo ventesimo Karch Kiraly, ct da tre ori olimpici (due nel volley uno nel beach) e biochimico laureato con lode, ha mai visto questa composizione della materia che vive. Bonitta ricambia il saluto del premier: «Ha avuto coraggio a venire da noi, avrebbero potuto dargli del gufo. Forse sì, anche lui ci ha portato fortuna. Ma soprattutto noi speriamo di portarla a lui». Le donne sono in campo, queste donne: 11 delle 12 della rosa hanno giocato, con una libero come De Gennaro che ha recuperato ogni cosa. Il ct: «Ho visto il fuoco sacro».
La regista Leo Lo Bianco: «La chiave di questa Italia è il carattere». L’Arrighetti: «Abbiamo fatto vedere il nostro spirito». Match combattuto, molto in equilibrio. Nel primo set gli Usa sono arrivati 22-18, poi la risalita con muro a chiusura di Del Core. Larsson e compagne avanti 22-20 anche nel secondo, e di nuovo la rimonta. Terzo in scioltezza. Bonitta: «La Russia sarà molto preoccupata, adesso. Noi invece azzeriamo, e ripartiamo ». Venerdì le ragazze di Mosca, l’Italia ci va con tre punti prodigiosi in tasca e i polmoni gonfi. Oggi Russia e Stati Uniti a sfidarsi, mentre nell’altro minigirone il Brasile ha battuto la Cina 3-0 (oggi le cinesi contro la Repubblica Dominicana). L’Italia riposa, perché immagina.
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