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Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
Tra la leggenda da raccontare ai nipotini e l' incubo inconfessabile c' è una zona grigia che la Juventus sta attraversando: quella del dubbio, del brivido, di un' ansia leggera, di quello che Leonardo Bonucci chiama «stress positivo per far tornare la fame».
Quattro settimane fa la Juve è uscita dal Camp Nou senza aver concesso un gol in 180 minuti al Barcellona. Ed è entrata in una nuova dimensione: quella di chi ha la consapevolezza di poter davvero vincere la Champions dopo 21 anni, assieme allo scudetto e magari alla Coppa Italia. Sarà un caso, ma da quel giorno, la Juve ha vinto solo una partita su quattro in campionato, superando invece di slancio il Monaco in semifinale.
Domenica il match ball scudetto contro la Roma all' Olimpico è stato pesantemente annullato: «Ognuno di noi deve ritrovare la cattiveria dentro per far sì che la stagione diventi leggendaria - sottolinea Bonucci, con parole che evocano in modo esplicito non solo la Champions, ma anche il possibile triplete -. Dobbiamo ritrovare soprattutto le energie mentali a partire dalla sfida contro la Lazio: il lato positivo della sconfitta con la Roma è che ci terrà accesi un' altra settimana per avvicinarci alla finale di Cardiff».
Con la testa altrove, anche il turnover di Allegri stavolta ha fallito la sua missione. Ma è lo stesso fattore che si è rivelato decisivo nello snodo chiave di inizio aprile, quello delle due sfide col Napoli, a ridosso dell' andata col Barcellona, la vera partita spartiacque. In quel caso la Juve ha limitato i danni in campionato, dove le serviva non perdere, e ha perso senza conseguenze in Coppa Italia, dopo aver vinto la semifinale d' andata.
L' unica variabile adesso (a meno che la Roma non vada oltre il pareggio sabato a Verona) si chiama Crotone: i calabresi sembravano spacciati due mesi fa, ma nelle ultime 7 giornate hanno fatto 17 punti, 5 punti in più della Juve. Domenica allo Stadium la Juve festeggerà lo scudetto se vince, mentre la squadra di Nicola deve rimontare un punto all' Empoli in due partite: «Speriamo di rovinargli la festa scudetto...» dice il presidente Vrenna, ben sapendo che non sarà facile. Perché quando non ci sono alternative, questa Juve ha dimostrato di non sbagliare mai, soprattutto non ha mai perso due partite di fila: «Attraverso le sconfitte si riattacca la spina - ha ammesso Allegri - e con la Lazio dovremo fare una gara completamente diversa: la forza di una squadra è quella di non essere turbata da un risultato negativo».
Anche i grandi ex, da Del Piero a Capello, assolvono Max e capiscono che questo finale balbettante di campionato è dovuto a interessi superiori: «L' unica maniera per vincere qualcosa è provare a vincere tutto - dice Marcello Lippi -.
E non vedo perché i bianconeri non debbano pronunciare la parola triplete: si sono guadagnati questa possibilità. Chiaro che la Champions è l' obiettivo principale, ma nel frattempo c' è da passare alla storia per un altro motivo».
Perché sei scudetti consecutivi non li ha mai vinti nessuno.
E nemmeno tre volte la Coppa Italia di fila. Ma domani contro la Lazio, Allegri deve fare a meno di Pjanic squalificato, Khedira infortunato e forse anche di Mandzukic, che contro la Roma ha subito «un forte trauma contusivo nella regione lombo-sacrale».
Una brutta notizia, perché nella teoria delle «utili sconfitte» bianconere c' è un elemento comune: la Juve soffre quando viene aggredita, pressata, messa sotto fisicamente, come all' inizio del secondo tempo domenica contro la Roma. Anche in mezzo a volte si crea una zona grigia: adesso ad Allegri servono gli artisti, da Dybala a Higuain, dal latitante Cuadrado a Dani Alves. Per colorarla di bianconero.
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