DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Stefano Agresti per il “Corriere della Sera”
Novanta minuti di tapis-roulant e 500 addominali al giorno: chiuso in casa da un mese e mezzo, Antonio Cassano ha perso 3 chili. «Sono un privilegiato, ho una famiglia felice e anche la piscina». Trascorre il tempo studiando calcio e calciatori: guarda 3 o 4 partite al giorno, quasi una mania. Ha un entusiasmo coinvolgente, come spesso gli capita quando s' innamora di qualcosa.
Cassano, cosa farà quando tutto questo sarà finito?
«Forse mi impegnerò di più in televisione. O magari mi dedicherò a un' altra mia grande passione e mi metterò a fare il direttore sportivo. Mi piace da quando ho messo piede a Coverciano per prendere il patentino».
Cos' è che la affascina del mestiere?
«Osservare i calciatori e capirne le qualità. Mi colpiscono aspetti che magari ad altri sfuggono: un passaggio tra le linee, un' apertura di 30 metri.
A volte basta questo. È facile spendere un sacco di soldi per chi segna una valanga di gol, ma spesso serve altro».
Qualcuno l' ha contattata?
«In questo mondo devi essere amico dell' amico e io non sono per queste cose. Però ho parlato sei mesi fa con Ferrero, c' era una possibilità con la Samp. Ci saremmo dovuti rivedere tra aprile e maggio».
Se un giorno diventasse davvero ds, chi vorrebbe come allenatore?
«Marcelo Bielsa. Gli metti in mano i calciatori giusti e in 5 o 6 mesi te li fa migliorare tantissimo, non è un caso che Guardiola e Pochettino lo ritengano il numero uno. E anch' io crescerei lavorandoci assieme».
Bielsa ha un carattere particolare.
«Strano lui, strano io: nascerebbe un rapporto speciale. È un rivoluzionario, ha anche umiltà. E gioca il calcio che mi piace, perché attacca con tanti uomini».
Tra gli italiani chi è il migliore?
«Allegri, perché ama la tecnica. È l' unico che parla sempre di qualità. Anche lui ha un' idea offensiva del calcio».
In realtà molti sostengono il contrario.
«Nel Milan lasciava Thiago Silva e Nesta a coprire con Van Bommel, poi avevamo due ali come terzini, Zambrotta e Jankulovski, e centrocampisti tecnici: Seedorf, Pirlo, pure Ambrosini che si buttava sempre dentro. In Italia danno del catenacciaro a uno che si difende nell' ultimo quarto d' ora, ma Allegri non lo è».
Anche il suo amico Adani gli dà del catenacciaro.
«Lele è il Messi degli opinionisti. Se gli chiedi di un calciatore dell' Ecuador o del Guatemala, lui ti dice con quale piede calcia, quali lacune ha. Non so cosa sia successo tra lui e Max, ma se si mettessero mezzora a un tavolino scoprirebbero di vedere il calcio allo stesso modo».
Se dovesse indicare un giocatore da comprare, chi segnalerebbe?
«Segnatevi questo nome: Carrascal. È un ragazzo del River Plate e mi ricorda il primo Kakà per cambio di passo e qualità di palleggio. Se trova l' allenatore giusto, diventa un top».
Chi è il ds migliore?
«Ausilio, perché sa vedere i calciatori prima degli altri. Ha pescato Kovacic a Zagabria, Lautaro in Argentina. Avrà commesso qualche errore, ma chi è che non sbaglia mai?».
In Italia cresce una generazione di giovani interessanti.
«Punto su Chiesa: si può adattare a ogni modulo, gioca esterno nel 4-4-2 e nel 4-3-3, anche seconda punta. E non è vero che segna poco, anzi: in tre anni e mezzo ha fatto 30 gol partendo dalla fascia».
Cos' è che l' ha colpita di più in questa stagione?
«L' Atalanta mi colpisce da tre anni. Mi ricorda un po' la mia Samp, anche noi arrivammo quarti e in finale di Coppa Italia, ma non eravamo così continui. E mi piace la Lazio: Inzaghi è bravo».
Sarri alla Juventus funziona?
«Un po' mi ha deluso. Un conto è allenare il Napoli, un altro tutti quei campioni.
Quelli dopo un po' che fanno tattica si annoiano, non rimangono due ore sul campo ad ascoltarti. Ti dicono: dammi la palla che ci penso io. Infatti Allegri faceva 20 minuti di tattica il venerdì e provava i calci piazzati il sabato. Stop».
Pensa che il campionato ripartirà?
«Io lo fermerei. Come fanno a ricominciare atleti che sono fermi da due mesi? Dovrebbero giocare ogni tre giorni, ci sarebbero infortuni a raffica: una follia. Negli spogliatoi ci sono 50 persone: come si fa ad azzerare il rischio? Ci sono interessi importanti in ballo, ma non bisogna esagerare».
Cassano, non teme che la sua fama possa condizionare la nuova carriera che deciderà di fare?
«Sì, ma io non sono come 10 o 20 anni fa: ho un' altra testa e altre idee, sono più riflessivo. Mi si metta alla prova, firmo anche in bianco. Altrimenti andrò in tv o starò a casa con la mia famiglia: la adoro».
BOBO VIERI E ANTONIO CASSANOcassanocassanototti cassanototti de rossi cassanocassanocassanocassanocassanostramaccioni cassanoCASSANO E EUGENIO FASCETTI cassano 4cassanototti cassanocassanocassanostramaccioni cassanocassanocassanocassano alvin totti condoPARDO CASSANO CAPELLO 6cassanoPARDO CASSANO CAPELLO 5VIERI CASSANO PARDO TIKI TAKAANTONIO CASSANO ANTONIO CASSANO A TIKI TAKA
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