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Stefano Carina per “Il Messaggero”
Per capire come Mourinho vorrà costruire la sua Roma, bisognerà attendere le prime parole, accompagnate dalle relative mosse di mercato. Ma dando un'occhiata al passato non è poi così difficile individuare di cosa lo Special One andrà alla ricerca.
La parola chiave che ha sempre contraddistinto le sue squadre è «fisicità». Nell'Inter del Triplete la spina dorsale era costituita da Lucio, Samuel, Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta e Stankovic; nel Porto, capace di vincere la Champions, l'asse era formato da Jorge Costa, Nuno Valente, Maniche, Costinha e Pedro Mendes; nel Chelsea spazio a Terry, Makelele, Essien, Ballack, Lampard e Drogba; nel Manchester United puntò su Smalling, Herrera, Pogba, Fellaini, Ibrahimovic prima e Lukaku poi.
Senza contare l'ultima esperienza al Tottenham: appena arrivato optò per la difesa a 4 con il tandem Alderweireld-Dier in grado di passare a 3 in fase di costruzione, con un solo esterno basso di spinta (Aurier) coperto però in mediana da Sissoko e l'altro - Davies - a tenere la posizione o a scalare dietro vicino ai due centrali. Altro mediano di quantità Ndombele che si alternava con Hojbjerg.
MEDIANO CERCASI
Il bignami degli ultimi 20 anni di assetti dello Special One basta per rendere l'idea. Con queste premesse, rapportandosi all'attuale rosa della Roma, ci sarà molto da lavorare. La storia racconta che dove è andato, Mou ha sempre fatto spendere il club di turno.
Con 1,71 miliardi, lo Special One è l'allenatore che sul mercato ha fatto investire maggiormente le società (con 105 acquisti) nelle quali ha lavorato. In quest'ottica, sarà curioso capire come si concilierà l'idea di «calcio sostenibile» portata avanti da Pinto e dai Friedkin con l'equazione «Mourinho-grandi calciatori» degli anni passati.
Al di là della spesa, più di qualcosa andrà comunque fatto. L'idea con la quale Fonseca aveva costruito la sua squadra era quello di privilegiare la qualità a dispetto della fisicità. Scelta che negli scontri diretti si è rivelata quasi sempre un boomerang: a centrocampo, infatti, i giallorossi hanno patito costantemente l'inferiorità numerica non avendo tra l'altro un mediano di ruolo a copertura della difesa.
Negli ultimi tempi Paulo è corso ai ripari con Diawara, che però non poteva bastare. Ora Mourinho si ritroverà con un pacchetto di centrali difensivi dai quali potrà attingere, con Veretout, Pellegrini e Zaniolo in mediana, ai quali forse si può aggiungere Cristante, e Dzeko in avanti.
Sarà difficile immaginare il portoghese schierarsi con due esterni di spinta quali Spinazzola e Karsdorp, capaci perlopiù di attaccare o con il "leggero" Villar in mediana e uno tra Carles Perez, Pedro o Mkhitaryan (al di là degli screzi passati) in avanti.
Davanti lo Special One privilegia certamente la qualità, ma abbinata alla corsa e al sacrificio: Eto'o nell'Inter finì per fare il terzino. Ma anche i vari Drogba, Keane, Son, Darlei, Ibrahimovic e Lukaku possono confermare.
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