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Alessandro Bocci per il "Corriere della Sera"
Gomez contro Balotelli: il campione d'Europa contro l'italiano più forte. La sfida per il trono di Super Mario accenderà Milan-Fiorentina, il 3 novembre a San Siro, ed è una delle più intriganti del campionato arrivato, dopo cento infiniti giorni di attesa, ai blocchi di partenza. Toccherà a loro, anche a loro, alimentare il mito della serie A e non farci rimpiangere Cavani e Jovetic, stregati dai soldi degli sceicchi.
Ma stavolta i nostri club, nonostante la crisi economica, non hanno solo venduto. Carlitos Tevez è il top player che la Juventus inseguiva da almeno un paio di anni. E Fernando Llorente, soffiato alla Liga, non è un colpo da sottovalutare. I bianconeri ripartono con un attacco nuovo e speranze vecchie.
Il terzo scudetto è l'obiettivo primario di Andrea Agnelli e Antonio Conte, senza però perdere di vista la Champions League. Con Tevez si può sognare. L'Apache non è uno qualunque. Ha forza, qualità , personalità e ci fa tornare indietro con la memoria, quando i migliori del mondo venivano da noi. Anche il fatto che abbia scelto l'Italia, pur avendo la possibilità di rimanere in Inghilterra, va interpretato come un segnale confortante. Uno spot per il nostro campionato avvelenato da violenza, polemiche, razzismo e alla ricerca di una botta di autostima.
Anche Gomez poteva rimanere dov'era, al Bayern Monaco con cui ha vinto tutto nell'ultima stagione. Ma ha preferito Vincenzo Montella a Pep Guardiola, forse perché in Baviera non aveva il posto assicurato come a Firenze. Un dettaglio in un momento di piena recessione.
Il tedesco non ha ancora segnato nelle amichevoli vere, ma in attesa che lo faccia nelle partite che contano, è stato capace di riempire mezzo Franchi il giorno della sua presentazione e ha fatto impennare gli abbonamenti della Fiorentina. Gomez e Pepito Rossi sono la doppia speranza dei Della Valle di centrare un posto nella prossima Champions League.
Così come Gonzalo Higuain fa sognare lo scudetto al Napoli, il primo dopo Maradona. Non sarà facile cancellare il mito di Cavani, capace di segnare oltre cento gol in tre anni, ma El Pipita ci sa davvero fare. Avete visto come ha freddato Buffon alla prima occasione nell'amichevole in onore di Papa Francesco? Higuain, con Benitez, può esplodere come non è riuscito a fare al Real Madrid per la concorrenza ingombrante di Benzema. L'argentino, a differenza di Gomez e Tevez, ha molte rivincite da prendersi e vorrebbe mettersi avanti con il lavoro.
La Roma ha ceduto l'irrequieto Osvaldo e arricchito l'attacco con Gervinho, discontinuo talento dell'Arsenal. Ma il vero colpo, per adesso, è il giovane olandese Strootman, concentrato di forza e qualità , un giocatore che a fianco di Pjanic e De Rossi rischia di trasformare il centrocampo della Roma nel più completo e competitivo della serie A.
Un discorso a parte lo merita l'Inter.
L'uomo in più il presidente Moratti lo ha piazzato in panchina, vale a dire Mazzarri. Ma occhio alle sorprese. Il ritorno suggestivo di Eto'o è un'ipotesi che scalda il cuore dei nerazzurri. Intanto siamo curiosi di vedere all'opera Mauro Icardi. Il suo inizio in nerazzurro è stato difficoltoso, però nessuno ha dimenticato cosa è stato capace di fare il giovane argentino di origini italiane la scorsa stagione nella Sampdoria. E in attesa di Maurito e della completa guarigione di Milito ci pensa Rodrigo Palacio a far dormire tranquilli gli interisti.
Palacio riporta il discorso a Balotelli, cioè al punto di partenza. Anche lui c'era già . Ma per il Milan risparmioso (sino adesso) è il vero acquisto. La sua prima intera stagione a Milanello sarà quella della verità . L'anno scorso, con i suoi gol (12 in 13 partite), Balo ha trascinato i rossoneri sino al terzo posto Champions e salvato la panchina di Allegri. Adesso deve fare un ulteriore salto di qualità .
I suoi acuti per lo scudetto. Balotelli sfida le nuove stelle, Tevez, Gomez, Higuain e quelle vecchie, da Klose a Di Natale, passando per l'immortale Totti sino a Palacio e Vucinic. Soprattutto sfida se stesso: più gol e meno follie. A giugno c'è il Mondiale. Mario ha la dinamite nei piedi. Per diventare un campione a tutti gli effetti deve fare un ultimo scatto in avanti. Non tecnico, mentale. Lo slogan è quello di Prandelli: protagonista in campo, mai più fuori.
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