RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
GIULIA ZONCA per la Stampa
Trentun gol tra ricci, codino, cerchietto, come se fosse facile, come se segnare più di 50 reti in Serie A, in due stagioni, fosse tanto semplice quanto cambiare pettinatura ed eguagliare il miglior marcatore della storia bianconera una formalità.
Non lo è, Borel primeggiava incontrastato dal 1934, solo che Ronaldo è abituato a eccellere e si muove in un pianeta riservato a pochi dove le prodezze sono quotidiane e i record quasi routine.
La seconda stagione in Italia è un concentrato di successo che è quasi difficile vedere in tutto il suo valore. Troppe ombre su questo travagliato 2020 per scattare la foto giusta. L'immagine dell' ennesimo titolo non ha i colori ideali, anche se la posa c' è, ogni dettaglio è al proprio posto, pure la punizione che sfuggiva al controllo.
Quando non le tira lui si fa servire per schemi alternativi, come contro la Sampdoria. Resta il fulcro di ogni idea, con gli stadi vuoti e le sfide monche, prive di atmosfera. Ce la mette lui. Nella gara scudetto CR7 sfoggia un' espressione dura, da rapper che negli ultimi mesi ha ritmato pure qualche tensione, da uno che vuole diventare capocannoniere anche se quello che gli sta davanti ha appena firmato una tripletta. E lui si infuria per il rigore sbagliato.
Al suo arrivo in Italia si è trainato dietro un' onda lunga di curiosità che ha animato ogni uscita: quanti sponsor, clic, attenzione, numeri. Si contavano anche i respiri. Una volta soddisfatta l' attesa ha assecondato il copione che lui stesso ha perfezionato nel tempo. Sa come tenere alto l' interesse, quando entrare in scena e in forma. Si autogestisce da una vita e non è certo un demerito della squadra in cui sta, è il suo metodo. Non si compra un fuoriclasse per domarlo, tanto più se il campione in questione è famoso per la disciplina. Se a 35 anni ha rendimento che non cede all' età e nemmeno alle imposizioni.
Vuole giocare dove gli piace, non da oggi, da anni: si è guadagnato questo diritto con cinque Palloni d' oro e svariate altre tacche su una carriera da romanzo. Ha avuto qualche discussione con Sarri, fastidi spinti in un angolo. Ronaldo è sempre felice della sua vita in bianconero, fino a che regge la logica con cui è stato comprato. Metterlo nelle migliori condizioni per fare quello che sa dentro e fuori dal campo.
In questo secondo scudetto ha esibito il repertorio completo, nel campionato che conoscevamo e pure in questo che non ci somiglia. Si fatica a riconoscere il calcio, ma l' inconfondibile profilo di Ronaldo si vede bene. Persino tra le ombre.
DYBALA, L'EROE PER CASO ORA METTE IN ANSIA LA JUVE
Gianluca Oddenino per la Stampa
Più testardo del mercato, più forte del virus.
Se ogni vittoria è tanto bella quanto sofferta, con questo scudetto Paulo Dybala si è superato e ha ribaltato un destino che sembrava già scritto. Un po' figliol prodig(i)o e un po' eroe per caso, ma l' attaccante argentino ha seriamente rischiato di non esserci nella Juve che riscrive la storia con il nono tricolore consecutivo.
Per motivi di bilancio, visto che la scorsa estate era stato praticamente venduto in Inghilterra (in alternativa c' era uno scambio con l' Inter per Icardi), e poi perché in pochi avrebbero scommesso su un rendimento così stellare dopo essere stato colpito dal Covid-19 per 50 lunghi giorni. Da simbolo sportivo dell' invisibile male che non guarda in faccia nessuno a ritrovato campione della Juventus che osserva i rivali dall' alto, il passo non è stato breve e affatto semplice.
Quattro mesi fa non aveva neanche il fiato per fare gli esercizi in casa, mentre adesso può sgolarsi per urlare tutta la sua gioia. Anche se un infortunio muscolare ieri l' ha fermato al 40', aprendo un pericoloso scenario in chiave Champions. La sfida con il Lione è tra 10 giorni e la Juve spera di non perderlo sul più bello.
Tra rinnovo e 100 reti La sensazione di essere solo contro tutto e contro tutti, evidentemente, ha esaltato la Joya in questa strana stagione dove di colpo ha spazzato gli antichi dubbi e si è ripreso la scena. Non solo creando un tandem atomico con Ronaldo, ma tornando ad essere quel simbolo che tre anni fa ricevette in eredità il numero dieci di Sivori, Platini e Del Piero.
La lode, invece, se l' è presa direttamente lui con giocate che hanno strappato "ohh" di meraviglia ai tifosi e portato punti pesanti in classifica. Dybala diventa il simbolo tanto bello quanto inaspettato di questo scudetto, che per altro ridisegna i confini della gloria.
Nei cinque principali campionati europei nessun club ha vinto nove titoli di fila. Cinque di questi portano la firma dell' argentino, che arriva così a mettere in bacheca il decimo trofeo juventino (ci sono anche tre Coppe Italia e due Supercoppe italiane) e non vuole fermarsi proprio adesso. C' è da tagliare il traguardo dei cento gol bianconeri (è a quota 95) e poi trovare l' accordo per prolungare il contratto in scadenza tra due anni. Sono giorni intensi e Dybala si sta giocando la partita del futuro: vuole un super rinnovo dopo essersi ripreso la Juve sul campo. Le sfide non lo spaventano.
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