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maurizio sarri e olimpia aquila della lazio
A Roma la pazienza nei confronti di Sarri sta cominciando ad assottigliarsi. Si comprende anche dall’editoriale del Corriere dello Sport “Non è giusto sminuire la vecchia Lazio”. Scrive Alberto Dalla Palma:
“la Lazio è ancora un cantiere aperto dove il palazzo mostra delle crepe già durante la costruzione. Ci sono delle difficoltà evidenti, il passaggio dal vecchio al nuovo è stato traumatico e la fuga dalla cena di Natale, ancora prima del discorso del presidente, è un chiaro segnale che qualcosa si è rotto anche nello spogliatoio, dove certe prese di posizione dell’allenatore non sono piaciute”.
il tecnico accusa la scarsa adattabilità della rosa attuale al suo calcio e i giocatori non gradiscono. Anzi, contestano, ma mai pubblicamente. Più o meno quello che è successo alla Juve.
Ma Sarri, e non capiamo il perché, non ha perso occasione ancora una volta per ricordare che i cali di tensione fanno parte della storia della Lazio, che la Champions da queste parti è sempre stata un miraggio e che quando è arrivata, le milanesi erano in piena crisi.
maurizio sarri foto mezzelani gmt099
Ricorda la Champions perduta all’ultima giornata con l’Inter.
Ricordiamo anche a Sarri che prima dello scudetto dell’Inter, la Lazio era la squadra più vincente dopo la Juve nonostante tre finali perse: 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe, di cui una alzata proprio davanti a lui dopo una partita capolavoro di Luis Alberto, Milinkovic e Immobile, alcuni dei giocatori che oggi vengono accusati di non saper interpretare il suo calcio. È lecito parlare di ricostruzione, ma non è giusto svilire il valore di una squadra, che, costruita con una manciata di euro, è riuscita a divertire e a restare al vertice per anni.
SARRI
«Ma io non so neanche dove siamo in classifica», fa lo gnorri.
Comincia così l’articolo di cronaca sulla Lazio del Corriere dello Sport. Sarri fa finta di non sapere che la Lazio è al nono posto.
Lo sa bene e nella sua “mental map” è chiaro un concetto: la tritatura della Lazio moderna dipende anche dal passato che Mau non riesce a scacciare dallo spogliatoio, lo considera un blocco (evolutivo) da cui certi giocatori non riescono (o non vogliono) liberarsi.
Si parlava delle difficoltà di Acerbi nella conferenza di ieri e sul tema Sarri ha risposto piccatamente spedendo un messaggio alla parte più conservatrice della vecchia guardia: «I difensori possono avere una difficoltà maggiore rispetto agli altri in questo momento però c’è una cosa che salta all’occhio. Ci sono tre giocatori che stanno facendo meglio, sono Zaccagni, Basic e Pedro. Tutti e tre nuovi, venendo da fuori il cambiamento è più assorbibile».
«La Champions? Non esageriamo, questa squadra l’ha giocata un solo anno e in un momento storico in cui per 6-7 anni non c’erano né Inter né Milan in corsa. Direi di non esagerare nel parlare di obiettivi simili. Se rapportate la situazione a ciò che è successo negli ultimi 2 anni è nettamente più complicata».
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