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DI MALE IN SORTEGGIO – SCONCERTI: “IL PORTOGALLO È PIÙ FORTE DI NOI? PUÒ ESSERE. MA MOLTO DIPENDE DA QUALE ITALIA SARÀ. QUELLA LEGGERA E UN PO' SCIATTA DI QUESTO AUTUNNO HA BUONE POSSIBILITÀ DI PERDERE. QUELLA DELL'EUROPEO NE HA DI VINCERE. È PESANTE SEMMAI CHE LA FINALINA SI GIOCHI A CASA LORO. MA L'ITALIA GIUSTA HA SAPUTO BATTERE L'INGHILTERRA A WEMBLEY. CERTO NON SI POTRÀ EVITARE DI GIOCARLA BENE…”
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Ora che l'avversario peggiore ci è puntualmente caduto addosso, si può anche giocare a normalizzarlo. La prima cosa da dire è che se l'Italia non dovesse andare ai Mondiali sarebbe infinitamente più crudele rispetto alla mancata qualificazione del Portogallo.
Non è mai stato uno straordinario frequentatore di Mondiali il Portogallo, dal 1930 al 2002 si è qualificato appena due volte, una ai tempi di Eusebio nel '66, arrivando terzo, e l'altra vent' anni dopo, arrivando quarto. La crescita del Portogallo è avvenuta quando all'inizio degli anni duemila i grandi movimenti europei hanno cominciato a importare i suoi migliori giocatori.
I portoghesi naturalizzavano i brasiliani per antichi sovranismi, potevano tesserarne quattro quando noi non avevamo ancora stranieri. Finirono per assorbirne la qualità, si completarono. Finirono in tanti nei migliori campionati europei perché portavano una leggerezza che non c'era. A loro volta gli altri restituivano alla Nazionale una completezza di scuola che il Portogallo non aveva mai avuto.
Ancora oggi sono appena quattro i nazionali portoghesi che giocano nel loro campionato, gli altri tutti fuori, due anche in Italia, Leao e Rui Patricio. Da lì sono cominciati i risultati, grandi risultati, titolo europeo, Nations League, piazzamenti importanti.
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Sono adesso più forti di noi? Può essere. Hanno Ronaldo, ma anche Moutinho che ha 35 anni, forse il migliore che cresce è Sanches, un centrocampista esplosivo che tutti cercano. Ma molto dipende da quale Italia sarà. Quella leggera e un po' sciatta di questo autunno ha buone possibilità di perdere. Quella dell'Europeo ne ha di vincere. È pesante semmai che la finalina si giochi al Da Luz in casa loro, sessantamila spettatori sicuri, un luogo di culto antico, molto suggestivo.
Ma l'Italia giusta ha saputo battere l'Inghilterra a Wembley. In sostanza siamo squadre alla pari, con l'Italia che conosce meglio queste partite. Certo non si potrà evitare di giocarla bene. Questo proprio no.
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