DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
Sono molto gravi per forma e sostanza i due casi Conte e Napoli, ma prima di entrare nello specifico bisogna passare da un' evidenza generale.
Entrambe sono prosecuzioni del caso Icardi, nel senso che stanno rapidamente cambiando lo status di un tesserato del grande calcio.
Non più lavoratore subordinato come dice la legge 91 del 1981, ma ormai aziende altre che si attribuiscono gli stessi diritti dell' azienda madre. Quando l' Inter in pieno litigio con Icardi accettò la mediazione di una figura esterna, un avvocato, sancì il diritto a un dialogo alla pari. Lì è cominciato un altro calcio, quasi completamente da riscrivere e fuori dalle leggi sportive.
Non torneremo più indietro, quello che adesso ci sembra grottesco ci è già passato sotto il naso decine di volte e non ce ne siamo accorti perché per noi il calcio è solo passione, non vogliamo ragioni come la vita. Ma oggi sta diventando difficile, cioè punibile, perfino tenere in panchina un giocatore o anche solo cambiargli ruolo perché lo danneggi nella sua valutazione di mercato.
Non escludo affatto che l' aria a Napoli sia diventata irrespirabile proprio per i continui esperimenti di Ancelotti in un momento in cui sono sette-otto i contratti in scadenza. Se non giochi nel tuo ruolo ci sono più possibilità che giochi male.
Non si possono chiedere aumenti quando si rende meno. La disponibilità ha un prezzo, perfino mantenersi sani lo ha. Ma se sono disponibile a tutto, mi infortuno più facilmente. E valgo meno. Sono regole inaccettabili che nel calcio fanno giurisprudenza. Cosa avrebbe da dire il codice civile? A chi darebbe ragione?
I ritiri sono evidenti violazione di qualunque privacy. Se sbaglio hai il diritto di punirmi ma non puoi farmi prigioniero.
D' altra parte una multa di 20 mila euro per ritardi agli allenamenti è un prezzo normale. È tutto così evidente, così primitivo, paradossale, che i primi «no» al sistema stanno facendo cadere tutto. A Conte oggi si perdona ogni eccesso perché è un grande allenatore, ma a Dortmund ha letteralmente fatto un' assemblea contro la propria società. Durissima e scomposta. Chiunque di noi in qualunque azienda sarebbe stato oggi pesantemente ripreso se non licenziato. Siamo vicini alla giusta causa. Una rivolta isterica consumata senza una spiegazione sulla partita persa, un parere su come l' Inter abbia potuto prendere tre volte lo stesso gol in 20 minuti. Forse per Conte la pressione di una città aperta ed esigente come Milano è troppa.
Forse è troppo che l' Inter non vince e Conte non regge la sua voglia. Ma siamo oltre la crisi di nervi.
Qui la società non ha il diritto di intervenire, ha il dovere. Altrimenti fa un danno a se stessa, alla squadra e a qualunque gestione futura.
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