DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
Parlerei di retrocessione. Ci sono coinvolte a pieno titolo undici squadre, dalla Fiorentina al Brescia, cioè tutte le squadre che hanno una differenza reti negativa.
L' anomalia di questo campionato è che nella seconda metà della classifica si stanno facendo molti più punti. Quattro anni fa dopo tredici giornate le ultime tre ne avevano insieme 23, tre anni fa 18, poi 15. Oggi siamo a 24 con due partite ancora da giocare. La spiegazione viene dal maggior equilibrio. Mancano le squadre debuttanti degli ultimi anni, Frosinone, Carpi, Benevento, Crotone. Il Chievo della scorsa stagione aveva un punto reale, 4 virtuali con la penalizzazione.
Queste undici squadre stanno facendo un campionato tutto loro, tolgono niente alle prime: solo due punti alla Juve e 1 all' Inter. Cioè tre su 78 punti in gioco. Cosa dimostra questo? Che ci sono più campionati in uno e che poche volte le squadre di altre fasce incidono sullo scudetto. Non è un buon segno.
Dimostra che la divisione tra i due punti di vista è molto forte. Il fattore tecnico altrettanto. Tutta la comunicazione del calcio è brava a far diventare incerta una partita fra le due zone, ma nella realtà quell' incertezza è meno di un dato statistico, rientra nelle varie ed eventuali, un rigore, un errore arbitrale, una situazione eccezionale. In sostanza il campionato diviso in due è prevedibile, ragiona con logica deterministica. E Atalanta-Juve dimostra che anche il destino segue quella logica, tre gol in dieci minuti, un rigore sbagliato, 75 minuti di superiorità dell' Atalanta. Ma vittoria trionfale della Juventus. Perché il destino si accanisce, guai a non essere nati tra i migliori.
Noblesse oblige, qualunque cosa abbiano cercato di dimostrare gli ultimi cento anni. Si ricorda solo un caso di scudetto con una rimonta di oltre 8 punti dopo la tredicesima giornata. Fu l' anno della grande falsa partenza della Juve, quattro stagioni fa. A questo punto aveva 9 punti i distacco dall' Inter, alla fine vinse nettamente. Erano sempre Inter e Juventus, soltanto mescolate in modo diverso. Ricorderei che la storia non si ripete mai, ma è forte il dubbio che sia una sciocchezza. Non è la storia che conta, sono gli uomini, i giocatori. E quelli fanno sempre rima con se stessi. Per cui fate attenzione anche alla Roma, anche alla Lazio.
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