
DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE…
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
La Juve ha fin qui dominato, non c'è stato mai un dubbio sulla sua superiorità, eppure restano due squadre a soli 4 punti, pochi per un dominio. Soprattutto se una di queste è il Milan, squadra poco decifrabile a questi livelli, più sorniona che prevalente, ma regolare come un piccolo martello. Nelle ultime 13 partite ha perso una sola volta, la Juve e la Roma tre. Non c'è una sola squadra che abbia i sintomi di uno scudetto classico. Tre sconfitte in 15 partite sono fuori regime, come lo sono i gol subiti.
È come se la stagione fosse piena di squadre imperfette, dove la Juve non è la più forte per abbondanza, ma semplicemente la meno imperfetta. In un campionato regolare Roma e Milan avrebbero più distacco. Hanno messo in mostra fatiche e limiti non da primato in classifica. Mentre la Juve ha perso troppo, una discordanza netta con la forza di cui tutti l'accreditiamo. Questo dipende dalla qualità media del torneo, pessima nella seconda metà della classifica, dove giocano squadre che danno punti a tutti.
Mentre la prima parte è fatta di squadre con buona qualità (Sampdoria, Lazio, Atalanta, Fiorentina, Torino, Genoa, la stessa Inter) contro cui oggi si può perdere senza scandalo. Va da sé che la Juve è la migliore, ma non ha ancora trovato una squadra stabile, un modello di gioco sicuro. Naviga sui picchi, ma a volte scivola. La stranezza statistica è tale che sembra possibile parlare di un campionato unico nel suo genere.
Andrei molto piano con i pronostici, almeno per un po'. Quello che è evidente è il disagio dell' Inter. Non è un problema tattico. Manca un filo conduttore. I giocatori dell' Inter si assomigliano tutti, non hanno scosse comuni perché sono fondamentalmente individualisti. Ognuno fa il suo nella disarmonia complessiva. Sentir ancora parlare di schemi sa di frasi fatte, slogan che non hanno rispetto per il calcio. L' Inter ha ottimi giocatori che non sanno stare insieme.
È un problema di carattere, non c' è nessun capocomico. Non avesse ottimi giocatori, per il poco che dà nella circonferenza, sarebbe da retrocessione. Pescara, Crotone ed Empoli hanno più visione totale. Il Milan è l'opposto, una fragilità individuale che si cancella con l'assemblaggio, più il piacere di stupirsi. Montella è un gatto morbido, il giorno che imparerà anche a graffiare sarà un allenatore completo. Per ora si accontenta perché non vuole rumore, ama più la sortita che l'assalto. Ma alla lunga non gli basterà, dovrà scoprirsi, in tutti i sensi.
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