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Laura Bandinelli per "La Stampa"
Non è finita qui», aveva ipotizzato un esperto conoscitore del mondo milanista e puntuale, Clarence Seedorf soprannominato il Panterone, ha sferrato l’ennesima zampata. Più milanese che milanista si dirà, di sicuro non domo perché a pochi giorni dall’esonero dal club di Silvio Berlusconi ha subito cercato la piazza ideale per la rivalsa: l’Inter. L’esonero non gli è andato giù e neppure il modo con il quale si è consumato il suo addio.
Eppure intorno a lui c’erano persone che avevano chiesto espressamente di lasciare il Milan perché non sopportavano i suoi metodi e certi atteggiamenti. Prima Mauro Tassotti e ieri Gianpaolo Pazzini, che a margine della crociera rossonera hanno iniziato a svelare qualche particolare sulla sua gestione: «Seedorf? Ci sono stati dei problemi di rapporto con diverse persone. Peccato che si sia venuta a creare una situazione simile. Quello che è venuto fuori non è tutto quello che è successo».
Il tecnico olandese, però, è sicuro di aver dato tutto e di non aver sbagliato una virgola. E infatti, spinto dal suo entourage, si è messo in moto per capire se ci sono gli estremi per fare una causa al Milan per danni di immagine. Nei giorni scorsi ha quindi dato mandato allo studio legale dell’ex ministro Tiziano Treu di studiare il suo caso ed ha iniziato la sua battaglia.
BARBARA BERLUSCONI E SEEDORF heroa
E non è tutto: Clarence, che vuole in tutti i modi restare a lavorare a Milano, ambisce ad imitare Leonardo. Il brasiliano dopo aver detto addio al Milan accettò con entusiasmo di accasarsi sull’altra sponda, quella nerazzurra. Con una piccola differenza, Leo aveva già un ottimo rapporto con Massimo Moratti, mentre Clarence ha dovuto brigare per cercare il «gancio» migliore. Prima si è affidato a Javier Zanetti (per un sondaggio), poi ha avuto un contatto con il direttore sportivo Piero Ausilio e per finire tramite un amico comune di Erick Thohir, appartenente al mondo delle banche.
Seedorf ha fatto sapere al presidente indonesiano di apprezzare molto il progetto Inter e di essere interessato, qualora le cose con Mazzarri non andassero per il verso giusto, a prendere il suo posto. Si tratta di una candidatura per il futuro che l’Inter ha deciso di tenere nel cassetto, perché Thohir ha in testa il profilo di un tecnico giovane. Ma in una logica di risparmio, che non è proprio in linea con le idee dell’olandese, visto che appena arrivato al Milan chiese uno staff di otto persone e come primo stipendio da allenatore ha ottenuto da Berlusconi 2,5 milioni di euro per due anni.
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