SEMPRE PIÙ ‘MAGICA’ – “IL SEGRETO DELLA ROMA DEI RECORD? UN POOL DI MAGHI PER SCACCIARE IL MALOCCHIO” – GARCIA: “FORTUNA? MACCHÉ, SOLO RABBIA”

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1. L'ULTIMA SUI GIALLOROSSI, VINCONO GRAZIE AI MAGHI

Andrea Arzilli per il "Corriere della Sera"
Cinque maghi, 5 mila euro cadauno a ogni vittoria per rendere la Roma di Garcia ancora più «maggica» di quanto lo sia già per definizione: ecco spiegata la marcia infallibile dei giallorossi, stasera contro il Chievo per fare 10 su 10, in effetti roba dell'altro mondo.

La voce gira, transita nelle radio e rimane impressa sul web, a Roma è diventata un tema caldissimo, anche perché forse è il periodo dell'anno giusto per cose di questo tipo.
E racconta di come il presidente James Pallotta abbia a suo tempo deciso di far terminare i due anni di tenebra della sua gestione ingaggiando un pool di esorcisti. Se è così, allora funziona davvero.

La Lazio smentisce categoricamente, ma gli internauti sono sicuri che la voce l'abbia messa in giro il presidente Lotito (ieri, infatti, preso di mira dalle radio giallorosse) in prossimità di Roma-Napoli, un paio di settimane fa, e poi scherzosamente «ammiccata» l'altra sera durante il «Processo del Lunedì».

Il retroscena che ha fatto il giro dei siti (soprattutto napoletani) narra di una telefonata a De Laurentiis durante la quale il numero uno biancoceleste avrebbe svelato il segreto di Trigoria facendo riferimento all'episodio di Maradona, nell'occasione ospite all'Olimpico, fatto alzare dal suo scranno in tribuna un minuto prima dell'1-0 di Pjanic, per altro proprio su punizione che è la specialità di Dieguito.

Ironica coincidenza o opera di professionisti dell'occulto? Poco prima i napoletani avevano preso un palo con Insigne e si erano mangiati un'occasione d'oro con Pandev. E ovviamente l'errore non sarebbe dipeso da loro, letali sotto porta, ma dalla macumba giallorossa.

C'è anche chi e ha tentato di decrittare le presunte parole di Lotito, come noto un virtuoso dell'iperbole. E cioè che, in realtà, non si tratterebbe letteralmente di un manipolo di maghi, ma di cinque super-tifosi giallorossi (tipo il sindaco Ignazio Marino, che ieri ha annunciato lo spogliarello in caso di scudetto della «maggica», o magari il presidente del Coni Malagò, altro romanista dichiarato) i cui influssi positivi avrebbero dato una mano alla Roma nella sua sorprendente cavalcata.

La maggior parte dei laziali concede ai cugini-rivali l'onore del campo, un po' perché la Roma va come un treno e un po' perché con la Coppa Italia in mano ci si può concedere anche il lusso di essere sportivi. Ma per molti l'aiuto dell'ultraterreno spiegherebbe l'exploit della Roma: le 9 vittorie su 9 partite, il vento in poppa grazie al calendario favorevole e la buona sorte che, dopo due anni di malocchio, si sarebbe manifestata ai giallorossi sotto forma di pali e traverse. «Fortuna? Macché, solo rabbia», dice Garcia. Cioè nessun magheggio.

 

 


2. GARCIA SEMPRE PIÙ RE DELLA ROMA. E IL RECORD È A UN PASSO-CONTRO IL CHIEVO PER CENTRARE LA 10ª VITTORIA


Luca Valdiserri per il "Corriere della Sera"

C'è sempre più un uomo al comando della Roma e si chiama Rudi Garcia. Ha conquistato tutti: i giocatori, il pubblico, i dirigenti. Ha stregato il presidente James Pallotta volando a New York per presentarsi di persona quando la panchina era ancora vuota e Allegri e Mazzarri avevano fatto altre scelte.

Ha lavorato spalla a spalla con il direttore sportivo Walter Sabatini per costruire la squadra che finora ha fatto 27 punti su 27. Ha compreso e accettato le esigenze di un club «moderno», che come tutte le aziende deve essere gestito per avere un bilancio sano, ascoltando le proposte che gli presenta il direttore generale Mauro Baldissoni.

I risultati della Roma, però, hanno dato a Garcia il potere che deriva dalla qualità del proprio lavoro. E la sua parola è sempre più «pesante» quando si devono prendere delle decisioni. Così anche i dettagli diventano importanti. La Roma aveva già deciso di evitare la tournée di Capodanno, in Florida, che nella scorsa stagione aveva portato troppi problemi: l'assenza ingiustificata di Osvaldo, il cambio di clima e di fuso orario, una gestione troppo «vacanziera» dell'evento.

Il risultato era stata la debacle (1-4) a Napoli nella prima gara del 2013, seguita sette giorni dopo da un'altra sconfitta a Catania. Visto che la prima partita del 2014 sarà a Torino, contro la Juventus, si è deciso di rinviare lo sbarco - a cui giustamente Pallotta &Company tengono molto per motivi contrattuali e di immagine - all'estate.

Ora arriva la notizia del rinvio «a data da destinarsi» dell'amichevole prevista a Giakarta, il 14 novembre, approfittando della sosta per le nazionali. L'infortunio di Francesco Totti, che dovrebbe tornare in campo l'8 dicembre contro la Fiorentina ma spera di accorciare i tempi, è stato il «cavallo di Troia» per far slittare il blitz in Indonesia.

La presenza del Capitano è richiesta espressamente dai contratti per le amichevoli, altrimenti scattano decurtazioni nel compenso. Restare a Roma, anche se molti titolari saranno impegnati con le loro nazionali, è stato per Garcia un graditissimo regalo.

Stasera all'Olimpico (previsti 45mila spettatori) inizia il mini-ciclo di quattro partite «possibili»: Chievo, Torino in trasferta e doppia gara casalinga contro Sassuolo e Cagliari. La tournée indonesiana doveva cadere proprio tra queste due partite. Inutile dire che se la Roma dovesse raccogliere 10 punti da queste gare si aprirebbero orizzonti di gloria.

Un discorso da non fare a Garcia, che ha detto che quella contro il Chievo «sarà la partita più difficile dall'inizio della stazione». Tra prima e ultima ci sono 23 punti di differenza, ma il francese sa che l'ambiente può essere il nemico più pericoloso. In caso di vittoria la Roma stabilirebbe il primato assoluto di vittorie consecutive dall'inizio della stagione: 10, contro le 9 della Juventus di Capello per lo scudetto 2006 poi cancellato da Calciopoli. «Ma io voglio titoli e non record», ha tagliato corto l'allenatore.

Previsto un moderato turnover: Torosidis per lo squalificato Maicon, forse Dodò per Balzaretti. Marquinho per Florenzi. La sorpresa potrebbe essere un turno di riposo per De Rossi, con Bradley in campo. Il Chievo è stato ricevuto all'udienza del Papa, con il presidente Luca Campedelli che ha guidato una delegazione di 25 persone. «Il Papa pensa a fare i miracoli per le persone che ne hanno davvero bisogno - ha detto giustamente Sannino, che rischia la panchina dopo 5 sconfitte consecutive -. Il presidente ci teneva, perché ci crede. Io, invece, credo di andare a Roma per giocarmela». Giusto così.

 

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