DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Lorenzo Giarelli per il Fatto Quotidiano - Estratti
“Non farò il sindaco, ma ho il dovere comunque di dare una mano”. La pazza idea del centrosinistra a Perugia, dove in primavera si vota per le Amministrative, ha il nome di Serse Cosmi, amatissimo allenatore che attraverso il calcio ha girato il Paese, lasciando i ricordi migliori proprio nella squadra umbra della sua città. Martedì sera Cosmi ha presentato PlayTime Perugia, progetto sociale ideato da Alessandro Riccini Ricci con cui nei prossimi mesi l’allenatore parteciperà a iniziative di dibattito, di cultura e di sport.
“Una rete dentro cui la città possa essere ascoltata”, per dirla con le parole dei promotori.
A sentire parlare Cosmi c’era pure il segretario del Pd umbro Tommaso Bori, lieto di trovare il Mister a disposizione nell’ardua impresa di riconquistare la città dopo dieci anni di destra.
Serse Cosmi, è pronto a dare una mano?
Purtroppo vedo una città sdraiata, alla deriva. E noi abbiamo voglia di fare qualcosa per rivitalizzare la comunità. Mi è sembrato un dovere nei confronti di Perugia mettermi a disposizione, restituendo un po’ di quello che ho avuto. Non è la prima volta che mi do da fare per Perugia e lo avrei fatto a prescindere. Inevitabilmente, trovandoci in un periodo elettorale, questo viene caricato di significato, essendo poi chiara l’area politica a cui mi ispiro.
In molti, anche nel Pd, la vorrebbero candidata. Glielo hanno chiesto?
Sì, ma non me la sono sentita. Prima di tutto mi sento ancora un allenatore e vorrei decidere io quando smettere. Poi credo che per fare il sindaco servano risorse che non ho. Preferisco dare una mano in altro modo.
Con un impegno civico, magari con un centrosinistra unito?
Alla mia età (65 anni, ndr) mi sento in dovere di dare una mano. Faccio un paragone sportivo: l’area di sinistra (eliminiamo il centro...) somiglia a quelle squadre che anche quando possono vincere facile e sono sopra 3 a 0 fanno di tutto per pareggiare o addirittura perdere. E in questo la sinistra è allenatissima, non è questione soltanto degli ultimi anni.
Ha mai sentito Elly Schlein o Giuseppe Conte?
No, non ci ho parlato e non voglio esprimere giudizi.
Lei ha lanciato una frecciata a Bandecchi, criticando chi da Terni vuole indicare la via ai perugini. Bandecchi a Perugia candiderà Davide Baiocco, un suo ex giocatore. Un derby.
Non ho nulla contro Bandecchi né tantomeno contro Davide, che è come un mio figlio. Il mio era una tentativo di spronare la città ad abbandonare questo spirito individualista e a ricostruire qualcosa insieme.
Da sindaco si sarebbe garantito un’imitazione di Crozza, come vent’anni fa.
Già mi immaginavo la gag con la fascia tricolore. Adoravo quell’imitazione, e invece nel calcio manca auto-ironia. Andai a Mai dire gol e passai dei problemi. Nel calcio hanno sempre provato a togliermi la poesia che avevo dentro.
Si è sentito emarginato?
Ho capito benissimo che pure nel calcio bisogna saper fare politica. Il mio carattere ha fatto sì che mi trovassi spesso in situazioni di disagio: non amo i compromessi, e nel calcio ho visto arrivismo, incompetenza.
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