
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Marco Gasperetti per il Corriere della Sera
«Come mi sento adesso? Benissimo, sollevata, rilassata e per niente arrabbiata. Ero come un vulcano. Ora la lava ha fatto il suo percorso e spero abbia bruciacchiato, metaforicamente, chi mi ha offeso».
Rigorosamente vestita di bianco e nero, i colori della sua squadra, la Condottiera (come è stata ribattezzata con tanto di dipinto che la ritrae armata di spada a cavallo di una lupa simbolo di Siena), al secolo Anna Durio, 56 anni, imprenditrice, presidente (al maschile, altrimenti s' arrabbia) del Siena Calcio, commenta la sfuriata del dopo partita diventata un video virale su Internet.
Perché dopo aver subito insulti di ogni tipo, durante la partita persa per due a zero in casa con la Cremonese, e dopo mesi durante i quali, racconta, ha inghiottito bocconi amarissimi e un po' in odore di maschilismo, Anna si è presentata in sala stampa al posto di allenatore e giocatori e giù bordate contro soci ingrati e anche tifosi che l' hanno contestata. «Io mi piego e non mi spezzo», ha gridato, zittendo anche i più turbolenti.
«Sarò pure pazza, ma scema no - spiega riguardando quel video -. Ho già tirato fuori due milioni di euro per salvare il Siena e senza di me la società sarebbe fallita. E allora esigo rispetto da tutti. Dai soci e dai tifosi. Che mi possono anche contestare, ma senza offese, Altrimenti divento una bestia. Ma chi credono di spaventare?».
Anna, ligure di Recco, già radiotelegrafista sulle navi e oggi titolare con il marito Michele di un' azienda di riparazioni meccaniche navali, è abituata alle sfide e agli imprevisti. «Come quando da ragazza un marinaio cercò di importunarmi al lavoro durante la navigazione - racconta -. Mi voltai, lo guardai negli occhi e gli mollai uno storico ceffone. Per giorni quello sciocco non si fece vedere in pubblico: aveva la stampa della mia mano sulla guancia sinistra».
L' amore per il pallone Anna Durio ce l' ha da sempre. «Da bambina odiavo le bambole e giocavo a calcio - racconta -. Dicevano che ero un maschiaccio e io me ne fregavo. E a chi mi chiedeva che cosa avessi voluto fare da grande, rispondevo convinta "direttore di macchine, camionista o ferroviere". Mi guardavano come se fossi una marziana. Poi sono diventata radiotelegrafista sulle navi. Che bellezza! Tutti uomini, ma mi facevo rispettare».
L' idea di diventare presidente di un club calcistico è arrivata molto più tardi. «Colpa di mio figlio, Federico, 21 anni, studente di psicologia a Firenze, una voglia mostruosa di diventare allenatore di calcio - spiega Anna - e allora mamma e papà hanno acquistato il Siena Calcio. Federico è il mio vicepresidente e ha molto apprezzato la mia sfuriata». La controprova? Da due giorni mostra agli amici il video della conferenza stampa.
E commenta: «Hai visto che mamma ho? Devo rigare dritto, altrimenti.». Lei sorride e annuisce. «Se sgarra lo prendo per il colletto e l' alzo da terra, come feci con un collega in vena di offese», avverte. E poi ridendo: «Ma no, sono una buona, tranquilla, pacifista. Mi sono incavolata solo tre o quattro volte nella mia vita. A mio figlio dico che se vuole analizzare sua madre non deve studiare psicologia ma psichiatria».
A Recco Durio la conoscono tutti. E sono rimasti sorpresi da quella sfuriata. «Mi hanno detto che mai mi avevano vista così - racconta lei -. Certo, gli ho risposto, perché non mi avete mai fatto inc...».
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