cr7 allegri bernardeschi

UNA “SIGNORA” RIMONTA – SCONCERTI: UNA VITTORIA GUIDATA DA ALLEGRI. UN GRANDE ALLENATORE. LA SUA MOSSA, EMRE CAN DIETRO CANCELO HA SBILANCIATO TUTTO L'ATLETICO. 2 I NOMI SUL CAMPO: L’IMPRESSIONANTE RONALDO E L’ISPIRATORE BERNARDESCHI, FORSE UN NUOVO CAMPIONE - MURA: "LE TRE CHIAVI DELL'IMPRESA E LA SORPRESA SPINAZZOLA. NON RICORDO MOLTI ESORDIENTI IN CHAMPIONS CON QUESTA PERSONALITA'" - VIDEO

 

 

Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

 

ALLEGRI

Una grande vittoria quasi guidata con la mano da Allegri, una squadra inventata che ha letteralmente annullato l' avversario, colpito quasi nell' intelletto, stordito, inconsapevole di cosa continuava ad accadere. Una Juve da qualunque impresa europea, la Juve che era stata costruita e che ha voluto ritrovarsi all' improvviso quasi con violenza. Due i nomi sul campo, Ronaldo e Bernardeschi, eccezionale il primo per tutta la partita ma soprattutto nell' elevazione sui gol.

 

Mai visto uno così agile e così potente allo stesso modo, una spinta verso l' alto così leggera e decisiva. Ma Bernardeschi è stato il grande ispiratore, forse qualcosa di più e di diverso, forse un nuovo campione. Un giocatore di forza e dribbling che ha corso in ogni spazio giocando alla fine sempre per gli altri. L' attaccante universale su cui ricostruire davvero un destino anche per l' Italia. Infine Allegri. Non credo che i suoi contestatori fossero la maggioranza, il calcio ha una logica che non può essere messa in mano solo alla rabbia. Allegri è un grande allenatore, dovrebbero saperlo gli juventini per primi. La sua mossa, Emre Can dietro Cancelo ha sbilanciato tutto l' Atletico perché è caduta sulle spalle dell' uomo meno pronto, Lemar, un fantasista mancino costretto stavolta senza saperlo a giocare terzino aggiunto su Cancelo.

CR7

 

Lemar ha preferito continuare a interpretare se stesso, ha fatto il fantasista inutile, solo più arretrato, e ha lasciato tutto l' angolo di destra al solo Juanfran, lentamente travolto da Bernardeschi e Cancelo. Il vuoto è nato lì. Poi è stato aumentato da una superiorità fisica di tutta la Juve non prevista con questa chiarezza.

 

BERNARDESCHI

L' Atletico non c' è mai stato, non ha mai tirato in porta. Una prestazione imbarazzante per una squadra che aveva vinto con evidenza all' andata. Un dominio psicologico del fattore campo da vecchi tempi, prima del possesso palla. Poi Ronaldo. Ho finito gli aggettivi, è impressionante la facilità con cui mette insieme velocità e potenza. Stasera si è pagato buona parte dell' ingaggio solo con i due stacchi di testa, lievi e inverosimili. La Juve fino al gol era stata bella ma il portiere dell' Atletico non aveva fatto una parata, tanta pressione, tante impressioni, nessuna rendita vera.

 

Ronaldo ha risolto tutto con due gesti impossibili e spontanei, ha restituito al volo dosi e normalità alla superiorità della Juve. Se a lui si aggiungono la maturità di Bernardeschi, l' intraprendenza di Spinazzola, il lusso di Dybala in panchina, la diversità della Juve ritorna spontanea e viene da pensare a cosa abbiamo creduto in queste ultime settimane dopo Madrid.

 

 

2. UN PIZZICO DI FOLLIA E TRE CHIAVI DI UN' IMPRESA

Gianni Mura per “la Repubblica”

 

Señores y señoras, questa è la Juve. La vera Juve, non quella slavata e timida di Madrid. L' impresa va in porto, ed era nell' aria dopo le rimonte di Manchester United e Ajax. Il re della notte è Cristiano Ronaldo, tutti suoi i tre gol. A Madrid lo avevano accolto col coro «paga le tasse». E gliel' ha fatta pagare: con quelli di ieri sono 25 i gol che ha infilato all' Atletico. Bella Juve, formazione azzeccata. E dire che le forche caudine erano già pronte, per Allegri e anche per CR7 («con quello che ci costa, solo un gol in Champions»).

 

Ronaldo ha dato il meglio di sé, ma credo che sul piano dei meriti vadano citati prima di lui, che pure ne ha molti, tre juventini: il primo è Emre Can, difensore aggiunto e imperatore della terra di nessuno, sempre pronto ad avanzare e impostare il gioco. Il secondo è Bernardeschi: primo tempo formidabile, con un assist per la testa di CR7, e quando sembrava che avesse finito il fiato una lunga fuga stroncata fallosamente in area madrilena. Tanta tecnica, ma anche tanta voglia di combattere. Il terzo nome è quello di Spinazzola, terzino sinistro ma più che altro ala.

Non ricordo molti esordienti in Champions con questa personalità. A scavare le prime buche nella difesa dell' Atletico è stato lui, approfittando della marcatura di Arias, che marcatore non è poi tanto.

 

Anche l' Atletico aveva le sue assenze, e non leggere: Diego Costa, Thomas, i due terzini sinistri. Gli va riconosciuto, ma poco al di là di questo. Ha giocato male, non è mai riuscito a impegnare seriamente Szczesny, è la prima volta che Simeone perde contro una squadra italiana ma stavolta ha meritato di perdere.

Il coraggio, l' incoscienza o quel pizzico di follia che chiedeva Allegri, la Juve li ha portati in campo fin dal primo minuto, ma anche una grande attenzione difensiva. Per tutto il primo tempo una specie di palla al piede è stato Cancelo, troppo timido, mai alla ricerca dell' uno contro uno, ma nel secondo tempo si è svegliato anche lui (assist per il 2-0, sempre di testa, di Ronaldo).

Bravo l' arbitro, ha avuto bisogno della tecnologia il secondo gol (goal line, Oblak para ma era già entrata la palla). Passata la paura, arriva il tempo delle speranze. Non infondate, per quello che s' è visto ieri.

 

 

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