jannik sinner adriano panatta

SINNER HA CAPITO CHE, SE NON SI PUÒ VINCERE, È MEGLIO RIDURRE IL DANNO – IL TENNISTA ITALIANO SPIEGA PERCHÉ HA PATTEGGIATO TRE MESI DI SOSPENSIONE PER LA VICENDA CLOSTEBOL: “QUESTO CASO INCOMBE SU DI ME DA QUASI UN ANNO E LA DECISIONE RISCHIAVA DI ESSERE ANCORA LUNGA” – L’ATTACCO DI ADRIANO PANATTA CONTRO QUEL CARROZZONE DELLA WADA, L’AGENZIA INTERNAZIONALE ANTIDOPING: “DA ‘COLPEVOLE’ PER NON AVER COMMESSO IL FATTO A ‘INNOCENTE’ SQUALIFICATO PER NON AVER IMPEDITO AD ALTRI DI SBAGLIARE. SE IL CASO CLOSTEBOL HA UN MERITO, VIENE DALLA PLASTICA RAFFIGURAZIONE CHE HA ASSUNTO AI NOSTRI OCCHI LA GIUSTIZIA SPORTIVA QUANDO DEVE RISPONDERE A ESIGENZE POLITICHE. TORTUOSA, ONDIVAGA, RICATTATORIA, INCOMPRENSIBILE. IN UNA PAROLA, INGIUSTA!”

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1. LA SPIEGAZIONE DI JANNIK «INCOMBEVA SU DI ME DA UN ANNO, TEMEVO CHE FOSSE ANCORA LUNGA»

Estratto dell’articolo di Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”

 

jannik sinner

[...] Evaporato da Doha alla velocità della luce in contemporanea con l’annuncio del patteggiamento a tre mesi di stop, cominciati da una settimana, cosa farà Jannik Sinner? La presa di posizione da adulto, innanzitutto («Accetto di essere responsabile del mio team e riconosco che le severe regole della Wada proteggono lo sport che amo»), è già un passaggio di crescita.

 

E poi la voglia di non perdere un minuto di più in una situazione scomoda: «Questo caso incombe su di me da quasi un anno e la decisione rischiava di essere ancora lunga». La pazienza non è dote tipica dei ventenni, soprattutto di quelli un po’ speciali. Improvvisamente, davanti a Jannik si spalancano due mesi di nulla (dal 15 febbraio al 13 aprile, quando potrà ricominciare ad allenarsi ufficialmente su campi di tennis club certificati, con tesserati, gente del settore, sparring partner riconosciuti dal circuito Atp), un inedito assoluto in una vita scandita da appuntamenti da quando aveva 13 anni e venne via di casa.

 

[…]

jannik sinner si sente male all'australian open

Sappiamo quanto Sinner, come ogni super professionista dello sport, sia attaccato alla sua routine: lo aiuta ad entrare in clima partita prima dei match, gli dà certezze nel mestiere, gli consente ogni giorno di sentirsi a posto con la coscienza di serio lavoratore («Finché non esco dal campo stanco, non mi fermo») e rafforza il perimetro della bolla nella quale si è chiuso da quando è esplosa la vicenda del Clostebol. Mamma e papà, a Sesto Pusteria, non hanno saltato un giorno di lavoro. Lui non è diverso.

 

La svolta amara ma salvifica della sospensione di tre mesi (davanti agli arbitri del Tas di Losanna sarebbe potuta andare peggio e la sentenza avrebbe richiesto settimane, se non mesi) costringe Jannik a un esercizio di improvvisazione di cui non è maestro, e che non ama. Però anche i derapage fanno parte dell’esistenza e da piccolo sciatore, sulle montagne sull’Alto Adige, Jannik si destreggiava benone.

jannik sinner si sente male australian open

 

Poiché il ricordo di sé è importante, forse Sinner potrebbe attingere ispirazione da un episodio recente. Il malore a Melbourne con Rune negli ottavi dell’Australian Open, quando è stato costretto a saltare la routine pre-partita per non sprecare energie preziose; poi ancora, durante un match in cui è stato scosso da tremori feroci, ha dovuto continuamente cercare e trovare modi di venirne a capo.

 

La lezione? C’è sempre un’altra via, un piano B, un’alternativa. Un periodo in montagna dai genitori a Sesto, concedendosi qualche sciata in più. Una vacanza lontano da tutto, per non sentire il rumore dei nemici che ai tornei gli danno il cinque e poi gli twittano dietro le spalle. La fidanzata Anna Kalinskaya, che si potrebbe rivelare un (affettuoso) porto sicuro. Libri, musei, teatro, corsi di studio (Maria Sharapova trasformò la squalifica per meldonio in una nuova opportunità, iscrivendosi a un master di business a Harvard): la vita è piena di assist per migliorarsi. Ma, conoscendolo, Jannik cercherà subito un campo privato dove allenarsi. Anche Cartesio ha le sue abitudini.

 

2. HA FATTO BENE JANNIK: UN DAZIO DA PAGARE MA ACCETTABILE

Estratto dell’articolo Adriano Panatta per il “Corriere della Sera”

 

ADRIANO PANATTA - FOTO LAPRESSE

Da «colpevole» per non aver commesso il fatto a «innocente» squalificato per non aver impedito ad altri di sbagliare. Se la vicenda Clostebol ha un merito (ma davvero ce l’ha?), questo viene dalla plastica raffigurazione che ha assunto ai nostri occhi la giustizia sportiva quando non si attiene ai fatti ma deve rispondere a esigenze politiche. Tortuosa, ondivaga, ricattatoria, incomprensibile. In una parola, ingiusta!

 

Bene ha fatto Jannik Sinner a liberarsi con un colpo di spugna di tutto il ciarpame che è affiorato sul mare nel quale l’hanno costretto a bagnarsi, dalle sciocche invettive alle ipotesi fantasiose a uso personale, magari solo per avere un «like» in più, dalle esasperanti finzioni di chi preferiva non capire […]

 

WADA

E pazienza se operando nella direzione del patteggiamento che ha risolto la vertenza prima del processo fissato per il 16-17 aprile, ha finito per fare un regalo grande alla Wada, il carrozzone antidoping che si è sentito in dovere di entrare lancia in resta su una vicenda già passata in giudicato (con l’assoluzione completa del nostro giocatore da parte dell’Itia) pur di riattizzarla solo per ribadire la propria centralità nelle decisioni relative al doping.

 

Scornacchiata dalla poderosa onda anomala di polemiche sollevate da chi si è sentito in dovere di schierarsi dalla parte di Sinner, la Wada è stata costretta ad accettare la non colpevolezza di Sinner, per rifugiarsi in una linea accusatoria, furba quanto pericolosa, che tirava in ballo la responsabilità del tennista nei confronti del proprio team.

 

Che cosa avrebbe dovuto fare Jannik? Disporre un sistema di rilevazione a raggi X nella stanza del proprio albergo, nel quale far transitare i membri del team con i loro rispettivi borsoni? Affidarsi a un manipolo d’investigatori privati che ne seguisse ogni mossa? […]

 

adriano panatta

Ha fatto bene Sinner, tre mesi di sospensione rappresentano un dazio pesante da pagare ma superabile. A fronte della cancellazione di un processo che chissà quali altre vergognose strade avrebbe potuto imboccare. Tornerà per gli Internazionali, poi ci sarà il Roland Garros. E con un pizzico di fortuna (se la merita) potrebbe tornare da numero uno.