DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
1. SABATINI HA PERSO E ADESSO POTREBBE ANDARE VIA
Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera”
Perché il presidente James Pallotta ha voluto incontrare Luciano Spalletti a Miami, anziché far chiudere l' accordo in Italia al d.s. Sabatini e destinare da subito il nuovo allenatore alla preparazione della partita di domenica contro il Verona?
C' è chi dice perché aveva fatto lo stesso con Rudi Garcia, che fu invitato a New York. C' è chi dice che i dettagli da limare non erano pochi. C' è chi dice che sia stata una richiesta di Spalletti. C' è chi dice che sia il segnale che i ruoli all' interno della società si stiano modificando, con la parte «americana» destinata a sottrarre spazi a quella «italiana». Come capita spesso, il mix può essere la risposta giusta.
L' investitura diretta da parte del presidente dà forza al tecnico. Il d.s. Walter Sabatini ha difeso fino all' ultimo la panchina di Rudi Garcia: vedeva anche lui la deriva dei risultati, ma rinviare a giugno l' addio gli avrebbe permesso di dare la caccia ad Antonio Conte. È stato Pallotta a non volere la figura di un traghettatore e si è preso la responsabilità della scelta.
Il grande sponsor di Spalletti è stato il braccio destro americano del capo, Alex Zecca.
Voci interne a Trigoria - ma anche i commenti di importanti dirigenti del calcio italiano - escludono che la posizione di Sabatini sia a rischio. Ha saputo destreggiarsi nel mercato delle plusvalenze e questo a Pallotta va benissimo. Qualcuno, però, nelle ultime settimane ha spiegato al presidente che non vincere e vedere l' Olimpico sempre più vuoto sono minusvalenze.
Sabatini non avrà mai problemi a trovare una nuova sistemazione, se dovesse decidere di andarsene dalla Roma dopo aver chiuso questo mercato di riparazione. Ad esempio è molto stimato dalla dirigenza del Bologna e Joey Saputo non ha meno disponibilità o ambizioni di Pallotta.
Il d.s. è stato chiaro: «Se affonda Garcia, affondiamo tutti». Non sarebbe la prima volta che un dirigente sportivo dice una cosa e poi se la rimangia, ma non sarebbe da Sabatini.
C' è molto da fare, nella Roma, per ricostruire il rapporto con i tifosi. Farlo con chi ha dato tanto potrebbe essere l' idea giusta.
È da figure come Sebino Nela o Francesco Rocca, in ambiti diversi ma ugualmente importanti, che si può ripartire. Pallotta lo vorrà? E qualcuno gli spiegherà chi sono e perché i romanisti li sentono vicini?
2. RITORNO AL FUTURO: LO SPALLETTI BIS SCATENA ENTUSIASMO E IRONIE: SO’ FINITI I TEMPI RUDI - LA POLEMICA DI GASPARRI - QUANDO D’ALEMA PRENDEVA COME MODELLO LA ROMA DI LUCIANO...
Francesco Persili per Dagospia
Un ritorno da film. “La Gazzetta dello Sport” lo definisce “The Revenant”, il Redivivo, neanche fosse di Leonardo Di Caprio. C’è chi lo vede come Han Solo di “Star Wars” quando domani sbarcherà a Fiumicino (ci manca solo che dica «Siamo a casa») o come una specie di novello Marty McFly. Questo “Ritorno al Futuro” in salsa giallorossa di Spalletti è meglio di una saga cinematografica. Il viaggio oltreoceano per incontrare Pallotta, l’attesa infinita della fumata bianca, la firma del contratto e poi rotta inversa, destinazione Trigoria.
Per riprendere un discorso interrotto un giorno di fine estate 2009. Dalla prospettiva Nevskij di San Pietroburgo, dove ha allenato e vinto con lo Zenit, ricordi e rivincite si mettono a fuoco meglio. Lo zar Luciano ha detto sì a Pallotta perché vuole vincere quello scudetto che mancò per un soffio nel 2008.
Torna Spalletti, tutto è perdonato. Anche l’epilogo gonfio di veleni e tensioni con il mondo Roma e con lo spogliatoio che non aveva gradito l’incontro carbonaro con i dirigenti del Chelsea (che poi scelsero Ancelotti). Le punture di spillo con Totti sono archiviate. Il tempo è servito per suturare ferite, chiarire, spiegarsi.
Adesso suonano quasi profetiche le parole del Capitano datate 2009: «Mi sono sempre augurato di chiudere la carriera con lui». L’altro capitano, De Rossi, non ha mai nascosto la sua stima: «E' un genio». Sui social i tifosi gli hanno dato il bentornato fra speranze e ironia: «Forza lupi. So’ finiti i tempi Rudi». L’ex presidente della Roma, Rosella Sensi, è al settimo cielo: «Luciano è un grande. Lo scudetto? Perché no?» Mentre il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, non rinuncia alla stoccata polemica: «Garcia andava esonerato prima. Ora via anche Sabatini...»
Tasto reset, si riparte da capo. Nel periodo in cui è rimasto senza panchina il tecnico di Certaldo si è aggiornato, è andato spesso ad Empoli a seguire gli allenamenti prima di Sarri e poi di Giampaolo. Il 4-2-3-1 resta il suo marchio di fabbrica ma il tecnico di Certaldo sa adattare il modulo agli interpreti.
Per sviluppare l’idea di calcio che ha in mente avrà bisogno, as usual, di «esterni di corsa lunga» e di un’adesione totale ai suoi principi. Tornerà a predicare “normalità” e “giusti comportamenti”, chiederà ai suoi di lavorare duro, o meglio di «raspare». Era il mantra contadino del tecnico ai tempi delle 11 vittorie consecutive e di una squadra che era “tanta roba”, come amava dire lui (a chi è nato nel paese di Boccaccio, è concessa qualsiasi licenza linguistica).
Quella squadra, che giocava con Totti centravanti, è stata tatticamente all’avanguardia. Prima del Barcellona di Guardiola, ha rinunciato al centravanti tradizionale non derogando mai ad un’attitudine offensiva. Era la Roma che duellava per il vertice con l’Inter, la Roma delle notti magiche di Lione e Madrid, dei quarti di Champions (e delle sette pere col Manchester United), della doppia Coppa Italia (“Coppettina, una sega”, Luciano dixit).
La Roma-orchestra che strappava l’applauso di Ennio Morricone e di Massimo D’Alema che la indicò come «modello» per il Pd. Il gioco scintillante, la forza del collettivo, la passione, la simbiosi coi tifosi. Tra i primi compiti del nuovo tecnico quello di ricostruire attraverso il gioco e i risultati una connessione sentimentale con il popolo giallorosso. La sceneggiatura del remake aspetta l’happy end ma i sogni hanno bisogno di sostanza e punti in classifica. Domenica all’Olimpico arriva il Verona, poi c'è la Juve. Basta cinema, a Trigoria si torna a raspare.
ROSELLA SENSILUCIANO SPALLETTI LUCIANO SPALLETTI LUCIANO SPALLETTI E FRANCO SENSILUCIANO SPALLETTI SPALLETTI 9
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