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LA SQUADRA NON SEGUE PIU’ SARRI. IL TECNICO AMMETTE: “NON RIESCO A FAR PASSARE CERTI CONCETTI” – J’ACCUSE DI SCONCERTI: "NON PREOCCUPA IL RISULTATO MA LA PRESTAZIONE. SI PENSAVA CHE LA CHAMPIONS AVREBBE TRATTO DAL SONNO ANARCHICO LA SQUADRA, COSÌ NON È STATO. QUESTO È IL VERO PROBLEMA. LA JUVE GIOCA ORMAI MALE PER PROCEDURA, SPONTANEAMENTE. L' INVOLUZIONE È EVIDENTE E SENZA PIÙ GIUSTIFICAZIONI. NON C' È PIÙ UN COLLETTIVO. CREDO SIA IL TEMPO DI UN INTERVENTO DELLA SOCIETÀ, C'È UN' ARIA STABILE DI SBANDAMENTO"
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
Non è una sconfitta preoccupante perché rimediabile. È preoccupante la prestazione. La Juve è stata per un' ora regolarmente anticipata dal Lione, non c' è stata né come squadra né come solisti. Il gol è arrivato quando era fuori De Ligt alla fine di una lunga fase di pressione francese. I migliori sono stati Ronaldo per continuità e un eccezionale Dybala nell' ultima mezzora.
Ma non c' è stata anima, sono andati tutti al ritmo di Pjanic che non è un regista capace di ispirare i ritmi. La Juve è entrata in partita quando ha capito che stava facendo una pessima figura e il Lione non riusciva più a reggere l' onere di una ripartenza. Si pensava che la Champions avrebbe tratto dal sonno anarchico la squadra, così non è stato. Questo è il vero problema.
La Juve gioca ormai male per procedura, spontaneamente. Non esiste una nuova Juve e non ci sono più tracce della vecchia. L' involuzione adesso è evidente e senza più giustificazioni. Non c' è più un collettivo. Anche quando ha meritato il pareggio la Juve andava avanti sulle imprese di Dybala, non c' è mai stata una buona ragione di gioco.
È come ci fosse una cesura fisica tra le idee di Sarri e le possibilità mentali della squadra. Ognuno resta nel proprio metro quadro, senza la forza di far emergere la partita. Anche nel buon finale, quando Dybala è entrato in gara, ci sono stati sprazzi di dribbling, occasioni da confusione in area, ma mai, proprio mai, un tiro nello specchio della porta. In tutto questo comunque un rigore c' era, sempre su Dybala, autore di una delle migliori mezze ore della sua carriera. Temo ci sia alle spalle di tutto un rapporto che non è mai nato fra tecnico e squadra.
Forse sono sbagliati i tempi, forse non conciliabili le culture. Ma il risultato di questo ingorgo di cattiverie è una squadra sperduta, occasionale, dove pochi aiutano e meno ancora hanno il piacere di seguire l' allenatore. Ripeto, questo non per la sconfitta, il Lione è solo ben organizzato intorno a un bravissimo tuttocampista, Aouar, ma non possono esserci paragoni. È che nemmeno la Champions riesce ormai a togliere la Juve dal torpore. Segno che è diventato la conseguenza di una rottura.
Credo sia il tempo di un intervento della società, c' è un' aria stabile di sbandamento, come se mancasse la chiarezza di una linea.
Non servono interventi drammatici, serve che si cominci a curare quella che ieri sera è diventato un disagio ufficiale, non più solo psicologico, ormai anzi dannatamente tecnico.
LA CENA TRA ANDREA AGNELLI E MAURIZIO SARRI
lione juve
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