CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE…
1. CASA AZZURRI, RIPRESE A PAGAMENTO LA RIVOLTA DEI MEDIA INGLESI
Massimiliano Nerozzi per “La Stampa”
CESARE PRANDELLI E NOVELLA BENINI
Tutto ha un prezzo al Mondiale, e le immagini di più, da sempre. In Brasile sembrano averlo anche le notizie, secondo la News Media Coalition. Un’organizzazione no-profit britannica che si batte per le minacce alla libertà di stampa e che ha scritto alla Federcalcio - si sostiene nella mail - per protestare contro le conferenze a pagamento di Casa Azzurri.
Per rispondere formalmente la Figc sta consultando l’ufficio legale, ma la linea è chiarissima: non si tratta di boicottare il diritto di cronaca, «permesso a tutti», puntualizza la Federcalcio, ma di vietare la commercializzazione delle immagini. Insomma, un conto sono i minuti mandati in onda per informazione in un comune telegiornale, un altro i fotogrammi poi venduti a terzi clienti e a rispettivi sponsor.
L’attività delle tv e degli altri mezzi d’informazione, complessa e complicata, è disciplinata principalmente dalla Fifa che, detto in maniera brutale, divide i broadcaster in due tipi: con diritti (right holders), quelle emittenti che generalmente comprano l’evento e trasmettono le partite, e senza diritti. E tutti possono accedere ai minuti garantiti dal diritto di cronaca.
Dopo di che, sostiene la Federcalcio, c’è una differenza tra il campo d’allenamento, giurisdizione Fifa, e Casa Azzurri, che è appunto residenza privata. Detto che chi ha una propria piattaforma tv può riprendere immagini, per i minuti sanciti dal diritto di cronaca, appunto, agli altri è vietato.
Dalle agenzie che vendono immagini ai siti web che, al contrario delle tv, avrebbero sostanzialmente una audience planetaria. Senza dimenticare che al momento la Fifa cataloga i siti internet sostanzialmente come stampa scritta: puoi fare la cronaca della conferenza stampa di Cesare Prandelli, ma non riprenderne le immagini. Al massimo, le puoi comprare: fanno sui 450 euro, perché c’è un menù per tutto. Del resto è anche meno caro di quel che fa pagare la federazione francese e l’FA inglese. O quelle di diverse altre nazionali. Questione di interessi e quattrini, come sempre.
La Federcalcio, che su Casa Azzurri ha investito dei soldi, vuole difendere il proprio interesse e quello degli sponsor. Al Mondiale si contano pure i secondi, se ci sono classifiche anche tra le tv con diritti: la Rai, per esempio, trasmette le conferenze in diretta, Sky può farlo solo dopo trenta secondi. Molte altre agenzie, mai. E qui il dibattito si spalanca, sul confine che c’è tra diritti di cronaca e quelli commerciali: e l’impressione è che il conflitto sia solo all’inizio.
2. TERRA O ERBA BRUCIATA - LO STADIO DI MANAUS È UN CASO DIPLOMATICO
Da ‘La Stampa’
manaus arena amazonia allarme stadio
Gli inglesi non avevano fatto a tempo a spegnere le polemiche innescate da Hodgson sul clima di Manaus che le fotografie della Arena Amazonia pubblicate dai giornali ne hanno aperta un’altra. Le condizioni del terreno di gioco appaiono pietose, ci sono zone in cui manca l’erba, altre in cui è secca, attorno ai dischetti del rigore c’è terra battuta. Con la pioggia che si annuncia copiosa per sabato quando è in programma Inghilterra-Italia, il campo di patate si trasformerà probabilmente in un pantano.
Per chi conosce gli stadi italiani lo scandalo è relativo. Nel nostro campionato alcuni terreni anche in città importanti non sono migliori di questo e magari diventerà un vantaggio per gli azzurri che hanno coltivato una certa abitudine a giocare in quelle condizioni. Ma per gli standard inglesi, e per il Mondiale, la cosa è inaccettabile.
La Federcalcio di Londra ha chiesto alla Fifa un intervento e la garanzia che si giocherà in condizioni regolari ma non si vede cosa possano fare gli uomini di Blatter che hanno monitorato lo stadio di recente e hanno finto di non vedere che i cantieri sono ancora aperti, dalle tribune pendono i cavi elettrici e l’erba è quella che è: la realtà è che la Fifa sa da tempo che il Mondiale brasiliano sarà condizionato da questi problemi ma non ha saputo, né voluto, porvi rimedio per non mandare all’aria l’evento.
«Non c’è alcun rischio - ripetono gli organizzatori - la partita si giocherà». Og gli inglesi si alleneranno facendo ginnastica in albergo e testeranno il campo soltanto domani pomeriggio. L’Italia, che invece arriverà domani a Manaus, avrà il vantaggio di allenarsi ancora per un giorno a Mangaratiba e di effettuare all’Arena Amazonia soltanto una breve rifinitura dopo gli inglesi.
Anche tra gli azzurri però c’è preoccupazione. Prandelli attende notizie dopo l’ispezione dei suoi collaboratori. La Figc è cauta nelle proteste ma aveva già ricevuto informazioni sul terreno di gioco, oltre che sulle condizioni climatiche. «Al momento -ha detto Demetrio Albertini, il capodelegazione - sappiamo che l’erba è bruciata. Vogliamo capire».
[M. ANS.]
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