DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Alberto Mauro per “Il Messaggero”
C'è poca voglia di scherzare e tanta di ricominciare, al termine di una stagione senza trofei (l'ultima volta nel 2010/11) e con poche certezze da cui ripartire. Le ultime due saluteranno i tifosi questa sera contro la Lazio, in un colpo solo la Juve perde il capitano Chiellini e il numero 10 Dybala perché, come scriveva sui social Lapo Elkann un mesetto fa, «gli uomini passano, la Juve resta».
Rimane saldo in panchina Max Allegri, da cui però tutti (lui stesso per primo) si aspettavano qualcosa di più; il quadriennale da 9 milioni (bonus compresi) a stagione pesa come gli zero tituli stagionali, ecco perché l'anno prossimo Agnelli pretende un cambio di rotta deciso in chiave scudetto.
Per rilanciarsi la Juve sta pensando al grande ritorno di Pogba, oggi alla Continassa la dirigenza incontrerà Rafaela Pimenta per formalizzare una prima offerta; ma se il Polpo vorrà la Juve dovrà dimezzarsi (o quasi) lo stipendio.
Per altri invece tagliarsi l'ingaggio non basterà: ci sono almeno una manciata di giocatori (da Morata a Bernardeschi) con stipendio pesante e futuro incertissimo, una delle tanti situazioni delicate che dovrà gestire (anche) Max nelle prossime settimane.
Il volto teso e le risposte aguzze di Allegri alla vigilia della Lazio la dicono lunga sul momento critico in casa Juve, acuito dalla terza sconfitta stagionale contro l'Inter, in Coppa Italia, con coda polemica e nervosa.
«Siamo arrabbiati perché non abbiamo vinto trofei, non ci ero più quasi abituato, la finale di Coppa Italia dobbiamo portarcela dietro, anzi ci deve rimanere dentro, che è diverso».
La linea tra stagione fallimentare e di transizione è sottile, ma l'allenatore juventino ci tiene a distinguere. «Un voto alla mia stagione? Domanda banale. Se dico 3, scrivete 3 e siete contenti. Sento parlare da mesi di fallimento, ma la qualificazione in Champions non è banale: tante squadre sono fuori.
L'anno prossimo dobbiamo prepararci per provare a vincere lo scudetto, abbiamo fatto una rincorsa importante ma ci siamo fermati contro l'Inter in casa quando ormai tutti pensavamo di poter rientrare in corsa».
Il primo a crederlo era proprio lui, mentre a parole allontanava qualsiasi velleità, ma è il gioco delle parti. Allegri rende omaggio a Sarri («E' l'allenatore che qui ha vinto l'ultimo scudetto, credo sarà accolto in maniera giusta, se lo merita») e fa i conti con un'infermeria quasi esaurita.
ASSENZE
«Danilo ha finito la stagione, Arthur ha una caviglia dolorante, Zakaria è out per un colpo alla coscia, Miretti gioca». Probabile 4231 con Cuadrado, Dybala e Morata a sostegno di Vlahovic.
Vietato parlare di mercato, anche se i confronti con la dirigenza sono continui e la Juventus lavora già da settimane per la prossima stagione, quando la vittoria tornerà ad essere «l'unica cosa che conta»: «Ora non ha senso parlare di mercato, Pogba? È un giocatore del Manchester United, non me lo ricordo tantissimo, ho la memory card esaurita. Sarà la festa di Chiellini e l'ultima di Paulo».
Due pesi e due misure, mentre la Joya saluta il popolo juventino via social: «È difficile trovare le parole giuste per salutarvi, ci sono di mezzo tanti anni e tante emozioni. Pensavo che saremmo stati insieme ancora più anni, ma il destino ci mette su strade diverse. Indossare questa importante maglia insieme alla fascia da capitano è stato uno dei più grandi orgogli della mia vita».
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