DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
STEFANO SEMERARO per www.lastampa.it
Per la prima volta dopo lo scontro con Serena Williams nella finale degli Us Open a parlare è Carlos Ramos, il giudice di sedia il cui operato continua a sollevare polemiche e prese di posizione nel mondo del tennis e fra l’opinione pubblica. La ex numero 1 del mondo aveva giudicato sessista il suo metro di giudizio, definendolo in campo «un ladro» e «un bugiardo».
Al portoghese Tribuna Expreso Ramos ha dichiarato di sentirsi «a posto, considerate le circostanze», aggiungendo come unico commento alla vicenda che «era una situazione delicata, ma l’arbitraggio “a la carte” non esiste». Ovvero che le regole sono regole e vanno applicate a prescindere dall’importanza della partita e degli atleti impegnati.
«Ramos è un ottimo arbitro, avercene così», ha commentato un arbitro internazionale da noi interpellato. «Nell’occasione probabilmente sarebbe stato meglio non partire subito con un warning, ma spiegare a Serena che se il suo coach avesse continuato con i suggerimenti l’avvertimento sarebbe stato inevitabile: quello che in gergo si chiama “soft warning”. Quello che è seguito però è tutta responsabilità di Serena, e Ramos ha fatto bene ad applicare il regolamento, anche perché era impensabile non farlo».
Ramos tornerà ad arbitrare già nel prossimo fine settimana la semifinale di Coppa Davis fra Croazia e Usa a Zadar. Un segnale di appoggio da parte della Federazione Internazionale che non avrà reso felice Katrina Adams, presidente dell’Usta, la federazione statunitense, una fra le più dure e decise nel criticare Ramos e la disparità di giudizio che a suo modo di vedere esiste nel mondo del tennis. Un’opinione apparentemente smentita dai numeri: durante gli Us Open di quest’anno le sanzioni di vario tipo nei confronti dei giocatori sono state 86 nel torneo maschile, e 22 in quello femminile.
2. LA VIGNETTA SU SERENA
Continua a far discutere il comportamento di Serena Williams durante la finale degli ultimi Us Open, vinta dalla giapponese Naomi Osaka. Le ripetute esternazioni della ex numero uno del mondo contro il giudice di sedia ed il gesto di distruggere la racchetta (dopo aver subito il contro-break nel secondo set) sono diventate una vignetta a firma di Mark Knight pubblicata sul quotidiano australiano Herald Post (Melbourne) lunedì mattina. L'immagine - «anticipata» sui social dal suo stesso autore - ha scatenato vivaci proteste e polemiche negli Stati Uniti.
Nella vignetta si vede Serena - raffigurata con una fisicità esasperata - alle prese con il giudice di sedia Carlos Ramos durante la finale mentre distrugge la racchetta saltandoci su. Con accanto il ciuccio di un neonato. Tutto questo mentre l'arbitro portoghese dice alla sua avversaria: «Ma non puoi lasciarla vincere?». E la stessa Naomi Osaka diventa addirittura una semplice figura di contorno, senza nessuna connotazione identificativa.
Knight, conosciuto per le sue controverse vignette, è stato attaccato da tutti i fronti, anche da alcuni membri del Congresso. Mentre sono stati migliaia le critiche su Twitter. Tra queste un post particolarmente duro della scrittrice britannica JK Rowling: «Grazie per aver ridotto una delle più grandi sportive viventi ad un'icona del razzismo e del sessismo e per avere ridotto un'altra grande campionessa a una comparsa senza volto», ha commentato l'autrice della saga di Harry Potter.
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