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L’EX PORTIERE FUORI DALL’INCUBO DOPO 11 ANNI. ARCHIVIATE LE ACCUSE DI PRESUNTI ABUSI SESSUALI SUI 2 FIGLI PICCOLI – “ERO CROLLATO, MA NON HO MAI PERSO LA SPERANZA. SONO RIMASTO A GALLA GRAZIE A…” – ECCO COSA FARO’ ORA – SERENI ERA STATO DENUNCIATO DALL’EX MOGLIENEL 2011 - ACCOLTA LA TESI DEI SUOI LEGALI SECONDO I QUALI "I MINORI SONO STATI PER LUNGO TEMPO INTERROGATI CON MODALITÀ INAPPROPRIATE E POTENZIALMENTE SUGGESTIVE DI FALSI RICORDI DALLA MOGLIE SEPARATA E DALLA…”

https://m.dagospia.com/stai-sereni-l-ex-portiere-prosciolto-non-ha-molestato-la-figlia-di-4-anni-220845

 

 

Massimiliano Nerozzi per corriere.it

 

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All’improvviso — «era il luglio 2010, durante l’udienza di separazione» — Matteo Sereni si ritrovò l’anima devastata e il corpo distrutto: «All’epoca giocavo a Brescia, con alcuni anni di contratto, ma nel giro di poco mi vennero tre protrusioni cervicali e un’ernia. Mi trascinavo per le scale: e sono crollato». Accusa infamante: abuso su minori. Ne è venuto fuori, da innocente, con due archiviazioni (dei gip di Torino e Cagliari), ma è stato un incubo.

 

Matteo Sereni, come s’è salvato?

«Con la speranza che, alla fine, la verità avrebbe trionfato. E con l’amore delle persone che mi sono state vicino».

 

Chi?

«A partire da Stefania, la mia compagna, che mi ha dato il supporto e l’amore che servivano: con lei, e la nostra bimba, Sofia, siamo riusciti a rimanere a galla».

 

Che ha pensato l’altro giorno, quando è finita?

«Felicità, perché l’incubo era finito, ma a dir la verità non mi veniva voglia di gioire, perché sono stati anni di preoccupazioni, tormenti, attimi di sconforto. Se ti scontri con certe cose, cambi».

 

Quando è iniziato tutto, invece, come s’era sentito?

sereni ex moglie

«Mi sono accorto della gravità dell’accusa giorno dopo giorno, con il passare del tempo. Ed è stato terribile: non riesci più a fare nulla, il tuo lavoro o quel che avresti voluto. Forse perché le porte un po’ ti si chiudono, a prescindere che tu sia colpevole o innocente».

 

Ci sono amici che non si sono più fatti sentire?

«Se c’è stato chi parlava male non so: mi basta sapere che i miei ex colleghi, gli allenatori, i presidenti, non hanno mai dubitato di me».

 

Chi di questi le ha dato la forza?

«Nomi non ne faccio, per non mancare di rispetto e coinvolgerli: ma loro lo sanno, perché li ho sentiti e ringraziati. Sono persone vere».

 

Oltre all’accusa, s’è mai sentito addosso il sospetto?

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«Questa è una vicenda che ho vissuto sulla mia pelle, e per la quale hanno sofferto le persone care, da mia mamma a mio fratello. Papà è mancato proprio quando è iniziato tutto questo. E di quelli che mi incrociano per strada e magari mi borbottano dietro qualcosa non mi importa».

 

Undici anni per uscirne: pensieri sulla giustizia?

«Entri in un sistema nel quale non sai dove vai a finire. Io ho avuto la fortuna di avere due angeli, i miei avvocati, Giacomo Francini e Michele Galasso, che hanno smontato le montagne di accuse e di fango gettati su di me».

 

Che cosa le resta?

«Ho saputo di non essere l’unico, in Italia, a essere accusato ingiustamente. Anzi, durante la mia vicenda, in tanti mi hanno fatto sapere cos’era capitato a loro. In questo campo si deve ancora migliorare e per questo, vorrei fare qualcosa».

 

Cioè?

«Appena potrò, darò sostegno ai papà e alle persone che soffrono ingiustamente, mi batterò per la loro causa. Non ho la presunzione di sapere, ma davvero vorrei poter dare un contributo».

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Cosa direbbe a chi si ritrova nella sua situazione?

«Che prego per lui».