DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Enrico Currò per “la Repubblica”
Stasera a San Siro c'è una grande partita di Champions, in cui il Milan si gioca contro il Chelsea un bel po' degli ottavi di finale, traguardo caduto nell'oblio dal 2014, ma anche tantissime possibilità di vincere il girone, al momento pilotato dal Salisburgo che affronta la Dinamo a Zagabria: il primo posto non sarebbe un dettaglio, in vista sia della fase a eliminazione diretta sia del rinnovo del contratto con Leao, che l'eliminazione dalla Champions complicherebbe assai, ora che la lista delle spasimanti si allunga (tutte le inglesi, più Psg e Real Madrid).
Ma il vero intreccio nascosto della serata è col Mondiale imminente. Giroud e Tomori devono guadagnarselo, Hernandez e Leao cercano un ruolo da protagonisti. E certe vetrine contano più della Serie A. Giroud, campione del mondo in carica, a 36 anni segna ancora parecchi gol pesanti, però non ha alcuna certezza di potere difendere il titolo nella Francia della coppia d'attacco Benzema-Mbappé.
Malgrado la sua presunta incompatibilità caratteriale con Benzema, si fa strada la scuola di pensiero che giudica l'esperienza, l'intelligenza tattica e la notevole presenza fisica del centravanti del Milan troppo preziose per potere essere accantonate a priori. Lui per ora tace: vorrebbe parlare coi gol.
Invece Tomori ieri ha parlato, lui che nelle ultime due con l'Inghilterra è rimasto in panchina, poi all'andata col Chelsea è stato tra i peggiori in campo e si è riscattato sabato col gol alla Juventus: «Io in Qatar ci voglio andare. E so che Southgate mi guarderà con molta attenzione ». Quanto a Hernandez e Leao, sono sicuri della convocazione, non di essere titolari. Per Hernandez l'attuale fase di metamorfosi in mediano è rischiosa: Deschamps predilige difensori meno spregiudicati.
Leao supera ogni tormento interiore (la vicenda della sanzione da 20 milioni di euro da pagare allo Sporting Lisbona) grazie alla trance agonistica che lo iscrive tra i potenziali partner di Cristiano Ronaldo. Stavolta Pioli, oltre alle invenzioni, gli chiede il lavoro di copertura eseguito bene contro la Juve. Non lo potrà chiedere a un altro aspirante protagonista del Mondiale: il belga De Ketelaere si è aggiunto ai 6 infortunati (risentimento muscolare, mentre Messias ha recuperato) e cederà la scena a Diaz, fresco di favolosa prodezza con la Juve.
Si candidano a risolutori in corso d'opera Rebic e Origi. Pioli appende spesso alla porta dello spogliatoio frasi motivazionali, ma qui la molla psicologica è lo 0-3 di 6 giorni fa a Londra. Potter si affida alla guida dell'ex Thiago Silva («un giorno tornerò per allenare») e al momento felice, le tre vittorie consecutive tra Premier e Champions: «Vogliamo continuare». Eccola infine, la frase che scatena l'orgoglio milanista. ©
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